06/09/2016, 11.30
INDIA – SIMPOSIO – ASIA
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Madre Teresa “ha riconosciuto la fame più profonda in ognuno di noi: la fame di Dio”

di Sister Mary Prema MC

La superiora delle Missionarie della Carità, sister Mary Prema, racconta la vita e la missione della nuova santa sottolineando l’aspetto più importante di tutti: l’arrendevolezza totale alla volontà di Dio. La Madre “ha sempre tenuto lo sguardo fisso di Gesù, riconoscendolo nelle sofferenze e nella povertà”. Il desiderio totalizzante di “seguire Cristo ovunque in cerca di anime”. L’intervento della religiosa al Simposio internazionale 2016 di AsiaNews.

Roma (AsiaNews) – La nostra Madre ha vissuto e ha operato su solide convinzioni. Il dono del “buon senso comune” le era stato donato in misura incredibile. Quello che la Madre ha riconosciuto come volontà di Dio nei suoi confronti, lo ha abbracciato liberamente e con tutto il cuore, senza alcuna procrastinazione.

Il giorno in cui sono entrata nelle Missionarie della Carità tutto era pronto affinché io e un’altra candidata andassimo a Londra per unirci alle “aspiranti”. Poco dopo essere partite è arrivata però una telefonata con le istruzioni della Madre: “Non andate a Londra. La Madre vi aspetta ad Essen”.

Appena arrivate siamo state guidate da lei nella cappella per una piccola e semplice cerimonia. La Madre ha baciato con reverenza un piccolo crocifisso, me lo ha fatto baciare e lo ha appuntato vicino al mio cuore. Con la sua voce bassa e ferma, la Madre ha pronunciato le parole che contengono il programma della nostra vita come Missionarie della Carità.

In quella prima mattina non le ho comprese nel loro senso pieno, ma queste parole sono entrate in profondità nel mio cuore: “Figlia mia, ricevi il simbolo del nostro Sposo crocifisso. Segui le Sue tracce, in cerca di anime. Porta Lui e la Sua luce nelle case dei poveri, in modo particolare in quelle delle anime più bisognose. Diffondi la carità del Suo Cuore ovunque vai, e così calma la Sua sete di anime”.

La Madre era devota nel guidarci sul cammino della santità. Vedeva in noi due piccole anime, ansiose di lasciare tutto per seguire Gesù.

Ogni giorno, alle cinque del mattino, prima di entrare in cappella rinnoviamo le nostre intenzioni: “Di mia libera volontà, amato Gesù, io ti seguirò. Dovunque Tu voglia andare in cerca di anime, ad ogni costo per me e sulla base del puro amore nei Tuoi confronti”.

Persino in età avanzata e con la salute sempre più debole, la Madre era la prima in cappella a confermare il suo amore per Lui.

Sin dalla tenera età Madre Teresa è stata formata dal Sacro Cuore di Gesù, che è stato il suo primo amore. Il suo amore per Gesù è cresciuto negli anni, e l’Amore l’ha spinta ad affidarsi e ad arrendersi a Lui in maniera così completa che Cristo ha potuto portarla nell’oscurità del nostro mondo per essere la Sua presenza, il Suo amore e la Sua compassione.

La Madre era uno strumento docile nelle mani di Dio. Ha perseverato nel rimanere totalmente a disposizione di Gesù, in modo da poter essere da Lui usata senza alcuna consultazione. La Madre ha affrontato situazioni che avrebbero potuto repellere alla sua natura umana con la stessa ferma convinzione con la quale ha affrontato enormi dolori e persecuzione.

Citando le sue parole “di mia libera scelta, mio Dio, e piena di amore per te sono pronta – anche se dovessi soffrire ancora di più – a seguirti e compiere la tua Santa Volontà”. La Madre teneva gli occhi fissi su Gesù, che seguiva con l’ardente desiderio di amarLo come Lui non era mai stato amato prima. Questa sua volontà si esprimeva con il grande sorriso che aveva per ognuno.

Un giorno vide una sorella uscire per l’apostolato con una faccia triste. La chiamò nella sua stanza e le chiese: “Cosa ha detto Gesù, di portare la Croce davanti a Lui o di seguirLo?”. “Di seguirLo” – rispose la sorella – e la Madre: “E allora perché cerchi di superarLo?”. Con gioia quella sorella imparò la lezione: il modo di predicare Cristo è attraverso la gioia. Questo significa amore umile e gentilezza nel sorriso, e gioia che sprizza dagli occhi. “Forse non saremo in grado di dare molto, ma possiamo sempre dare la gioia che fiorisce da un cuore che ama Dio”.

“Caro Gesù, voglio seguirti ovunque in cerca di anime”.

La Madre ha seguito il Buon Pastore in cerca di anime, disposta a pagare il prezzo che Gesù stesso ha pagato. Nel 1947, durante una delle sue visioni, Madre Teresa si vide circondata da un’enorme folla di persone povere di ogni tipo, anche bambini, che avevano segnati sulla faccia dolore e sofferenza. Questi la chiamavano: “Vieni, vieni, salvaci. Portaci da Gesù”.

La Vergine e Gesù le hanno chiesto di rispondere a questo appello disperato dei poveri, e le hanno rivelato i mezzi per riuscire a farlo. La Madre era pronta a offrire tutto per un singolo bambino innocente, affinché rimanesse puro per Gesù; per un singolo moribondo, affinché potesse morire in pace con Dio; per una singola famiglia infelice, affinché potesse ricevere la gioia di amarsi e prendersi cura gli uni degli altri.

Era attanagliata dal dolore di Gesù e dal dolore di coloro che vivono nell’oscurità perché ignorano Dio e il Suo amore misericordioso per loro. Ha scritto: “Quante persone muoiono senza Dio – e soltanto perché non c’è nessuno che parli loro della Sua misericordia”.

Non c’è alcun dubbio che lasciare la sicurezza del convento di Loreto per seguire Gesù negli slums fosse la volontà di Dio. Essere una con i poveri per redimerli, portando Dio nelle loro vite e portando loro a Dio. Costretta dall’amore, la Madre ha seguito il Casto Sposo che brucia di amore per il Padre e per tutta l’umanità. Era “ripiena di ardente desiderio di calmare la sete infinita di Cristo sulla Croce, sete di amore e sete di anime”.

Costretta dall’amore ha seguito lo Sposo obbediente, che ha ascoltato ogni manifestazione della volontà del Padre nelle persone, negli eventi e in modo particolare nel pianto dei poveri. Ha seguito Gesù, che è stato consacrato e inviato dal Padre per guidare ognuno verso la piena unione con Lui.

Guardando con gli occhi di Gesù ha visto oltre le apparenze, dritto nell’anima, sempre magnificando la dignità di un figlio di Dio. Casta, religione, nazionalità, grado sociale – ma anche comportamenti offensivi – non sono riusciti a distrarla dalla verità: ogni anima è creata a immagine e somiglianza di Dio, e ogni anima è creata per amare ed essere amata.

La Madre amava contemplare Nostra Signora che – dopo l’Annunciazione – andò di fretta dalla cugina Elisabetta per aiutarla nel momento del bisogno. La Vergine Maria, Madre di Dio, ha portato la presenza di Gesù nella casa di Elisabetta; la Madre ha portato la presenza di Gesù in ogni luogo dove ha portato le sorelle a servire i poveri, quelli di cui nessuno si prendeva cura.

Nessun problema era troppo complicato, se la posta in gioco era dare a Gesù un “nuovo tabernacolo”: così Madre Teresa definiva la nascita di una nuova comunità. Ha sempre insistito sul fatto che il lavoro va compiuto nello spirito del Sacrificio Eucaristico, ovvero in spirito di totale arrendevolezza e offerta di sé.

Nel 1971 Madre Teresa e le sue sorelle aprirono una missione a New York, nel Bronx. Qualcuno chiese: “Perché venite negli Stati Uniti? Non ci sono più poveri in India?”. Lei rispose: “Non ci ha detto forse Gesù ‘andate in tutto il mondo, proclamate la Buona Novella a tutta la creazione’?”.

Guardando il mappamondo, la Madre puntava sui luoghi dove ancora non eravamo presenti. Il suo desiderio era arrivare ai confini della Terra e oltre. Come disse una volta: “Se ci sono poveri sulla Luna, allora dovremo andare sulla Luna”. Questo perché il vero amore non si misura: si dona, e basta.

Nella vita della Madre ogni cosa riguardava l’amore per Gesù e il desiderio di renderLo presente, conosciuto e amato da tutti. Non servono progetti, qualifiche, fondi: basta un cuore pieno di amore per Gesù e il desiderio di donare in maniera completa la propria vita nel servizio ai poveri.

Nelle sue istruzioni alle novizie la Madre diceva sempre: “Se non vuoi diventare santa prendi le tue cose e vattene a casa. Non ho bisogno di numeri, ho bisogno di sorelle sante”. La Madre è sempre stata compassionevole con noi nei momenti di fallimento, debolezza ed errore. Ci ha insegnato e ci ha corretto con fermezza e gentilezza. Credeva nelle nostre buone intenzioni e si fidava del fatto che Dio ci avrebbe usato per il Suo lavoro. Ci ha rese consapevoli del fatto che ognuno di noi ha bisogno di fare del proprio meglio, perché sciatteria e scontrosità feriscono il Cuore di Gesù, che incontriamo nelle sorelle e nei poveri.

Quando un vescovo chiede di stabilire una comunità di sorelle nella sua diocesi, l’accordo è che lo stesso vescovo si impegni a permettere alla comunità di avere una cappella nel proprio convento; faccia in modo che sia celebrata la Santa Messa ogni giorno e venga esposto per l’Adorazione il Signore eucaristico. Deve anche garantire la possibilità di confessioni ogni settimana. “Cercate come prima cosa il Regno di Dio e la Sua giustizia. Tutto il resto arriverà”.

Infiammata dall’amore, consapevole della propria piccolezza ma convinta grazie a una fede invincibile che per Dio tutto è possibile, la Madre è andata in posti dove Gesù non era conosciuto o amato. Pericolo, rigetto e confini chiusi sono sfide che lei ha affrontato e che – con l’aiuto di Nostra Signora – è riuscita a superare.

Madre Teresa cercava i leader delle nazioni che non conoscevano il loro bisogno di Dio. Quando li incontrava si appellava al loro amore per il loro popolo dicendo: “Oro e argento non ne ho, ma quello che ho voglio donartelo. Ecco, prendi quattro delle mie sorelle per portare amore e tenera cura al tuo popolo”.

Nel 1981 venne aperta una comunità a Berlino Est. Era ardente desiderio della Madre onorare la Vergine dandole 15 tabernacoli in Unione Sovietica, tanti quanto i Misteri del Rosario. A Cuba siamo presenti con 11 comunità. Nel 1977 il governo comunista dell’Etiopia cacciò stranieri e missionari dal Paese: ma dissero alla Madre “Voi non vi manderemo via, perché amate il nostro popolo”.

I leader delle nazioni con tradizioni non cristiane, che non conoscevano il loro bisogno di Gesù, accettarono l’offerta della Madre di fornire i suoi servizi ai loro poveri, senza distinzione di caste o religioni.

Il presidente dello Yemen chiese alla Madre le sue sorelle, e accettò di fornire un visto al sacerdote che le avrebbe accompagnate. Quando Madre Teresa vide le condizioni dei lebbrosi di quel luogo, vide in loro Gesù: “Gesù, come? Come possiamo lasciarTi in questo stato?”.

Le sorelle si sono curate dei loro tanti bisogni, riportando nelle loro vite speranza e la gioia di essere amati. A un ricco benefattore locale Madre Teresa disse: “Queste persone sono tutte di fede musulmana. Hanno bisogno di pregare. Per cortesia, costruisca per loro una moschea dove pregare”.

Madre Teresa ha sempre riconosciuto la fame più profonda in ognuno di noi: la fame di Dio.

E oggi migliaia di persone da tutte le nazioni, di tutte le religioni e di tutte le razze sono venuti per ringraziare e lodare Dio per la loro Madre: santa Teresa di Calcutta.

Dio vi benedica.

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