30/04/2016, 09.49
SRI LANKA - EUROPA
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L’Europa toglie il bando sulle importazioni di pesce dallo Sri Lanka

di Melani Manel Perera

Il bando era stato imposto a gennaio 2015, per l’incapacità del governo di Rajapaska di frenare la pesca illegale. Dal 2012 l’attività dei pescatori srilankesi era tenuta sotto controllo, per mancanza di misure deterrenti e violazione delle leggi internazionali. Colombo esportava verso l’Ue il 68% del pescato in alto mare. Le perdite ammontano a 100 milioni di dollari l’anno. Attivista: “La colpa è del comportamento illegale di alcuni pescatori, che poi ha avuto effetti negativi su tutto il settore”.

Colombo (AsiaNews) – L’Unione Europea ha deciso di eliminare il bando sulle importazioni di pesce proveniente dallo Sri Lanka. Lo ha reso noto il ministro della pesca, Mahinda Amaraweera, che ha dichiarato che i Paesi europei hanno deciso di “eliminare il bando senza porre condizioni. Ora possiamo riprendere ad esportare il nostro pesce verso l’Europa”.

Ad AsiaNews Herman Kumara, inviato speciale del World Forum For Fisher People (Wffp) e segretario nazionale del National Fisheries Solidarity Movement (Nafso), afferma che “la motivazione principale del bando deriva dall’Iuu”. L’Iuu è un Regolamento europeo approvato nel 2010 che ha l’obiettivo di prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata. La normativa europea impone alle imbarcazioni di esporre la bandiera dello Stato di appartenenza e stila una classifica di quelle autorizzate a pescare e di quelle che non rispettano le leggi.

L’attivista sostiene che le “navi battenti bandiera dello Sri Lanka viaggiano in tutto il mondo. Ma sono le imprese comuni che competono per la pesca in acque internazionali a causare i danni maggiori ai pescatori della madrepatria. Il comportamento scorretto di alcuni ha avuto effetti su tutto il settore”.

Il bando sui prodotti ittici dell’isola asiatica era stato imposto a gennaio 2015, a causa dell’incapacità del precedente governo di Mahinda Rajapaksa di prevenire i comportamenti illegali dei pescatori srilankesi, che pescavano senza autorizzazione in acque internazionali. Le attività dei pescatori erano però state poste sotto sorveglianza fin dal 2012, quando l’Unione Europea aveva sollevato il “cartellino giallo” lamentando scarso controllo, mancanza di misure deterrenti e violazione delle leggi internazionali sulla pesca.

Le autorità di Colombo hanno dichiarato una perdita di 100 milioni di dollari all’anno a causa del bando. L’isola esportava verso l’Ue il 68% dei suoi prodotti ittici; il rimanente era diretto verso altri Paesi, soprattutto Stati Uniti e Giappone.

Herman Kumara conferma che la restrizione ha “provocato seri danni all’industria del pesce, dovuti anche al fatto che il prezzo del pescato invenduto in Europa è diminuito in maniera drastica”. Egli accoglie con favore la decisione dell’Ue e riporta che il mercato europeo assorbiva quasi la totalità del tonno srilankese pescato in alto mare, che ora potrà tornare ad essere esportato.

L’eliminazione del divieto di importazione, conclude l’attivista, “porterà ad un nuovo aumento dei prezzi. Questo avrà effetti positivi sulla vita dei pescatori e delle loro famiglie, estremamente provate in questi mesi”.

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