11/01/2008, 00.00
CINA
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Lotta all’inquinamento: buste di plastica vietate e multe alle ditte inquinanti

L’Amministrazione per la protezione ambientale denuncia 3 multinazionali per inquinamento e preannuncia gravi multe. Intanto cresce il dibattito sull’imminente divieto ai negozi di dare buste di plastica gratis ai clienti. La Cina consuma 3 miliardi di buste di plastica al giorno.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Pechino ha iniziato il 2008 con nuove misure contro l’inquinamento. Mentre si discute sul divieto a supermercati e negozi di fornire gratis le buste di plastica ai clienti, annuncia pesanti multe contro grandi ditte inquinanti.

Il 9 gennaio l’Amministrazione statale per la protezione dell’ambiente (Sepa) ha denunciato 3 multinazionali estere per inquinamento. Sono la CG-Omnova Decorative Products di Shanghai per l’eccessiva emissione di anidride carbonica e di polveri, la Shanghai Cosco Kawasaki Heavy Industries Steel Structure per inquinamento acustico e la Jinmailang Corporation di Chengdu per non aver smaltito i liquami nel modo prescritto. Sono annunciate pesanti multe.

Le 3 ditte sono tra le circa 130 multinazionali controllate dalla Sepa dallo scorso novembre, che già hanno violato le norme ambientali negli anni precedenti. Fino ad epoca recente simili trasgressioni, molto nocive per l’ambiente, sono state tollerate o poco punite, per favorire la produzione. Ma ora Pechino è preoccupata per i gravissimi danni ambientali così causati.

Ma Jun, capo dell’Istituto per gli affari pubblici e ambientali, commenta che è ora che le industrie, specie le grandi multinazionali, siano più attente e responsabili verso la società.

Intanto ieri in un sondaggio internet del People’s Daily, giornale ufficiale del Partito comunista, oltre la metà dei 30mila intervistati si è detta contraria alla decisione del governo di far pagare, dal 1° giugno, le buste di plastica per portare la spesa. Le proteste dei cittadini sono soprattutto di ordine pratico, per il fastidio di un costo extra.

Qin Haifeng, che ha un negozio di frittelle in un hutong [le viuzze del centro] di Pechino, osserva al South China Morning Post che “le mie frittelle costano 50 fen [centesimi di yuan] ognuna, se faccio anche pagare 30 fen per la busta perderò tutti i clienti”.

Favorevoli, invece, analisti e ambientalisti che ritengono che ciò farà diminuire l’uso delle inquinanti buste di plastica. Secondo l'agenzia Reuters, i cinesi usano oltre 3 miliardi di buste di plastica ogni giorno. Dal 1 giugno le attuali buste, molto sottili, saranno sostituite da altre più resistenti, per favorirne un uso ripetuto.

Pure favorevoli le grandi ditte. Huang Janling, portavoce della multinazionale Wal-Mart cinese, dice che “proponiamo questa idea da anni, ma è difficile far capire e accettare che ci sono alternative alle buste di plastica”.

Tutti ritengono, comunque, che questo sia solo un primo passo, anche per vedere le reazioni di una popolazione da sempre poco incline a mutare le abitudini.

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