Lod, stato di emergenza, ‘scoppia la guerra civile’ fra israeliani e palestinesi
Scontri fra arabi e israeliani ed esercito a Lod, Gerusalemme est, West Bank. Centinaia di razzi su Tel Aviv e Beersheba. Centinaia di raid israeliani su Gaza. Sono morti cinque israeliani, almeno 35 palestinesi, fra cui 10 bambini. Critiche dalla Lega araba; cautela degli Usa. Buone possibilità per Netanyahu.
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) – “È scoppiata la guerra civile a Lod”: è il commento di Yair Revivo, sindaco della città, dopo lo stato di emergenza dichiarato dal premier Benjamin Netanyahu, in seguito a scontri fra polizia israeliana e arabi israeliani della città, fra lanci di granate e pietre. Il giorno prima, in una manifestazione, un giovane arabo israeliano era stato ucciso. Durante la notte sono continuati scontri fra gruppi di israeliani, che hanno lanciato sassi ad auto arabe, e arabi che hanno lanciato sassi e appiccato il fuoco a negozi e vetrine israeliani. Almeno 12 persone sono rimaste ferite. Secondo il Times of Israel, è la prima volta dal 1966 che si applica lo stato di emergenza su una comunità araba.
Altri scontri e sommosse sono scoppiati in altre città israeliane, a Gerusalemme est e nella West Bank. Stamane, un giovane palestinese, Hussein Al-Titi, 26 anni, è stato ucciso da un proiettile israeliano durante una manifestazione nel campo profughi di Al-Fawwar, vicino a Hebron, finita con scontri con l’esercito israeliano.
La situazione è tesa da giorni, causata dallo sfratto di famiglie palestinesi da Shaikh Jarrah (Gerusalemme est), dall’invasione di poliziotti sulla spianata delle moschee durante il Ramadan, dal lancio continuo di razzi dalla Striscia di Gaza verso città israeliane. Hamas, il gruppo militante che governa la Striscia, solo oggi ha già lanciato almeno 210 razzi verso Beersheba e Tel Aviv. A Lod, vicina a Tel Aviv, due persone sono state uccise, fra cui una bambina di 7 anni. Una donna 50enne è stata uccisa nel quartiere di Rishon Lezion (Tel Aviv), dopo che un missile ha colpito il palazzo dove risiedeva. Due donne sono state uccise da un missile a Ashqelon.
Stamane l’aviazione israeliana ha compiuto centinaia di raid e bombardato Gaza. Secondo fonti militari, essi hanno ucciso diversi leader di Hamas, distruggendo un palazzo di sette piani che era la sede di “membri di alto rango” del gruppo.
Fonti mediche palestinesi affermano che almeno 35 palestinesi sono stati uccisi, compresi 10 bambini.
La Lega araba accusa il governo israeliano di volere un’escalation; gli Stati Uniti dicono che Israele ha diritto a difendersi, ma domandano allo stesso tempo di fenare l’espulsione dei palestinesi da Gerusalemme. Gli Usa hanno anche bloccato una mozione al Consiglio di sicurezza.
Lo scoppio delle violenze ha fermato anche la ricerca di una nuova coalizione per formare un nuovo governo che sostituisca quello di Benjamin Netanyahu. Se entro tre settimane, l’oppositore Yair Lapid non riesce a formarlo, forse saranno necessarie nuove elezioni (le quinte in meno di due anni) e nuove possibilità per Netanyahu di tenere ancora il potere, sfuggendo alla condanna per corruzione.