26/10/2019, 12.10
LIBANO
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Libano: la rivolta perde la spontaneità

di Pierre Balanian

Un gruppo di studenti si appella alla comunità internazionale. Slogan chiedono la caduta del regime, ma in Libano c’è un governo democraticamente eletto. Posti di blocco in cui si impone il controllo della carta d’identità riportano alla memoria le violenze religiose degli anni ’70.

Beirut (AsiaNews) – L’intifada libanese iniziata dieci giorni fa è stata dirottata. Segnali sempre più evidenti dimostrano che la rivolta iniziata spontaneamente cominciava ad essere gestita da poteri oscuri. Due giorni fa a Tripoli un gruppo conosciuto col nome di “guardiani della città”, creato da studenti universitari anni fa per proteggere la città dalle mafie dei rifiuti, ha emanato un comunicato. Si tratta di un appello aperto rivolto alla comunità internazionale, in cui si chiede di porre il Libano sotto la tutela dell’articolo 7 dell’Onu per proteggere i manifestanti.

La dichiarazione che chiede l’intervento straniero è stata redatta da un professore universitario vicino ad Ashraf Rifi, un personaggio losco sunnita, legato ai servizi segreti dei Paesi del golfo. Ashraf Rifi. ex ministro dell’Interno libanese, ha avuto un ruolo importante nel prestare aiuto logistico, armi, e nell’arruolare combattenti da inviare dal Libano in Siria all’inizio del conflitto siriano.

Da slogan che chiedevano giustizia sociale, in seguito sono aumentate le voci di che chiede la caduta del regime -  come durante la Primavera araba – in un Paese come il Libano che però non ha un regime, bensì un governo multietnico e religioso eletto democraticamente.

Sono stati cantati inni della Primavera araba specifici alla Siria e dell’inizio della rivolta a Daraa in Siria.

Un gruppo che viene ritenuto vicino alle Forze libanesi – tutti lo sanno ma nessuno lo ammette – vicino ai Paesi del golfo e agli Stati Uniti, ha creato dei posti di blocco chiudendo le strade e controllando le carte d’identità. È una pratica nefasta che ricordo agli inizi della guerra civile del 1975, quando le persone venivano uccise in base alla confessione [religiosa] che appariva sulla carta d’identità.

La chiusura delle banche per giorni poi non è un caso da sottovalutare. La gente infatti aspetta che le banche riaprano per precipitarsi a ritirare tutti i loro depositi, con tutto ciò che può scaturire da tale comportamento.

Ieri dopo gli insulti a Hezbollah da parte di gruppi che si spostavano da una parte all’altra per ripetere le stesse istigazioni, c’e stato uno scontro fra militanti sciiti e questi gruppi considerati come quinta colonna.

In un discorso televisivo Hassan Nasrallah ha parlato per oltre un’ora e ha chiesto ai sostenitori di Hezbollah di ritirarsi dalle piazze. “Queste manifestazioni – ha detto – non sono più spontanee. Dietro ci sono finanziatori, ambasciate straniere, personaggi corrotti dell’Interno e partiti politici. Ho informazioni certe, non sono analisi che vogliono la guerra civile in Libano.

Nasrallah ha poi detto che il vuoto di potere è inaccettabile per Hezbollah, che non lo permetterà. Ha sottolineato l’importanza del movimento popolare e lodato la prima vittoria: aver ottenuto la carta di riforme proposta in tempo record da Hariri, con un budget di risanamento senza aggiunte di tasse.

I manifestanti sciiti si sono ritirati dalle piazze immediatamente dopo il discorso di Nasrallah per concentrarsi nelle zone sciite e manifestare a sostegno del segretario generale. In pochi minuti il numero dei manifestanti è diminuito e le due piazze di Riyad El Solh e piazza dei Martiri che facevano un blocco unico e unito dii manifestanti, sono diventate due piazze separate divise per via della diminuzione di manifestanti.

Sciiti che si stavano ritirando dal centro sono stati colpiti da spari d’arma da fuoco che hanno provocato due feriti sulla via di Barbir. L’intervento delle forze dell’ordine è stato immediato.

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