11/07/2006, 00.00
Tibet – Cina
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Lhasa sta diventando una moderna città cinese dove cresce il dramma della prostituzione

di Prakash Dubey

Una fotografa ed uno studioso del Tibet hanno inaugurato una mostra a Kathmandu che vuole sottolineare i cambiamenti portati dai cinesi in quello che era uno dei luoghi più venerati dai buddisti di tutto il mondo.

Kathmandu (AsiaNews) – La presenza cinese in Tibet sta rovinando l'architettura tipica della zona e ha fatto crescere in maniera "esponenziale e pericolosa per l'etnia tibetana" il mercato del sesso in uno dei centri di pellegrinaggio più riveriti della cultura buddista. Lo afferma una coppia di studiosi americani, che ha più volte visitato la capitale del Tibet e ne sta studiando i cambiamenti.

Sarah Schorr, fotografa freelance, ed il marito Cameron Warner, studioso del Tibet, hanno da poco aperto a Kathmandu una mostra di fotografie sul Tibet. Le immagini esposte, secondo i due,  sottolineano la proliferazione del "mercato di carne" e la "de-umanizzazione" delle donne che frequentano i "saloni rosa" di Lhasa.

"In apparenza – spiega la Schorr – i 'saloni rosa' sembrano negozi di parrucchieri o bar, ma non sono altro che postriboli. Nel corso della mia prima visita in Tibet, nel 2004, non capivo cosa facessero queste commesse sedute ad aspettare sotto una luce rosa davanti a vetrine vuote. Ho capito dopo che erano loro la merce in vendita".

Il primo impatto con le prostitute "mi ha impaurita, ci ho messo del tempo prima di farmi coraggio ed entrare. E' stata un'esperienza incredibile: a loro piace molto farsi fotografare e parlare della loro vita". Le donne, fra i 15 ed i 35 anni, non hanno istruzione: si sono avviate alla prostituzione, o sono state costrette a farlo, per migliorare le loro condizioni economiche. Sono di etnia cinese o tibetana, ma queste ultime sono pagate di meno in quanto "meno sofisticate".

"Lo sviluppo economico della Cina ed il flusso migratorio degli Han – spiega il marito - hanno la maggiore responsabilità per questo fenomeno. I nuovi ricchi si trovano nelle città, ed è qui che le donne vengono a prostituirsi lasciando le campagne". "Inoltre – aggiunge – la guarnigione militare, sempre cinese, e la disparità fra maschi e femmine hanno fatto salire il mercato del sesso. Temo che la nuova ferrovia Pechino-Lhasa non farà altro che peggiorare la situazione".

La presenza cinese in Tibet ha avuto effetti anche sull'architettura. "Da quando veniamo qui – riprende la Schorr – abbiamo notato un cambiamento veloce nel paesaggio. Spariscono sempre più palazzi o costruzioni tipiche del Tibet, per lasciare il posto a casermoni in stile occidentale che ospitano centri commerciali o uffici governativi".

"Lhasa – conclude – sembra aver perso il carattere che la rendeva una città unica al mondo. Ora la capitale del Tibet sembra una qualunque città cinese moderna".

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