16/02/2009, 00.00
SRI LANKA
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Legge anti-conversione: a rischio le opere caritative cristiane

di Melani Manel Perera
Il testo presentato dai monaci buddisti potrebbe colpire le opere caritative della Chiesa. Il vescovo ausiliare di Colombo: il diritto alla libertà di religione “è presentato in modo distorto”. I partiti dell’opposizione chiedono “maggior chiarezza”. Il 17 febbraio riunione al ministero degli affari religiosi discutere il testo. Attesa per la data del dibattito in aula.
Colombo (AsiaNews) - “Se la legge passasse credo che i cristiani e in particolare i cattolici dovranno affrontare molti problemi”. Mons. Marius Peiris, vescovo ausiliare di Colombo, è preoccupato per la legge anti-conversione che giace in parlamento in attesa di approvazione. Il 17 febbraio il Comitato consultivo del ministero degli affari religiosi si riunisce per discutere il testo. Proposta una prima volta nel 2004 dal Jathika Hela Urumaya (Jhu), il partito dei monaci buddisti, la legge intende vietare le conversioni forzate da una religione all’altra.
 
Parlando con AsiaNews, mons. Peiris ribadisce l’importanza di difendere il diritto di ogni individuo a scegliere liberamente la propria religione. Ma aggiunge: “Questa legge lo presentata in modo distorto”. Il vescovo ausiliare di Colombo spiega che il testo “potrebbe colpire le nostre attività caritative e di altre istituzioni umanitarie”. Gli orfanotrofi e le opere per i poveri aiutano persone di ogni religione: “Se la legge passasse questa accoglienza potrebbe essere interpretata come un tentativo di portare la gente alla fede cattolica”.
 
Ad oggi la Chiesa cattolica non ha espresso in modo ufficiale la sua posizione sulla legge. I fedeli però sono preoccupati e non comprendono il silenzio delle gerarchia. Mons. Peiris comprende il disorientamento della comunità, ma spiega che la Chiesa “sta studiando con attenzione il caso con l’aiuto di giuristi, costituzionalisti e sono in corso colloqui con il governo, il Venerable Maha Sanga [organizzazione dei monaci buddisti Ndr], gruppi non cattolici….”.
 
“Non vogliamo fare clamore”, spiega padre Leopold Ratnasekara, della segreteria generale della Conferenza episcopale dello Sri Lanka (Cbcsl). Ma ribadisce che i vescovi “sono fermamente contrari a questa legge” e lamenta la mancanza di un “impegno adeguato”, nei vari ambiti di discussione istituzionali, per fare chiarezza sulle reali intenzioni della legge.
 
“Abbiamo amare esperienze nelle scuole dei nostri villaggi”, spiega padre Ratnasekara. “Alcuni insegnanti e presidi non permettono agli studenti cattolici di imparare la religione cattolica, di contro li forzano a imparare il buddismo” E aggiunge: “Se la legge passasse, cosa succederà?”.
Il capogruppo dell’opposizione in parlamento, Joseph Michael Perera, afferma che i partiti di minoranza “non sono contro i principi della legge”, ma  chiedono “maggior chiarezza su cosa costituisce un crimine per questo tipo di legge e su come può essere provato che una conversione è avvenuta in modo forzato”.
 
Dinesh Gunawardena, capogruppo della maggioranza in parlamento, dice che “la discussione della legge è in programma, ma non è stato ancora fissata la date del dibattito in aula” in attesa della riunione del Comitato consultivo del ministero degli affari religiosi.
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