11/09/2019, 08.57
ISRAELE - PALESTINA
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Lega araba contro Netanyahu: l’annessione della valle del Giordano una ‘aggressione’

In caso di vittoria alle urne il premier israeliano intende annettere parte dei territori occupati della Cisgiordania. Per i ministri arabi è un “pericoloso sviluppo” e una “nuova aggressione da parte di Israele” che precludono ogni tentativo di pace. Riyadh invoca una riunione dell’Organizzazione della cooperazione islamica.

Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - I ministri degli Esteri delle nazioni arabe condannano il piano annunciato ieri dal premier uscente israeliano Benjamin Netanyahu che, in caso di vittoria alle urne il 17 settembre, intende annettere parte dei territori occupati della Cisgiordania. I leader della Lega Araba parlano di “aggressione” che finirà per indebolire ogni tentativo e ogni possibilità di accordo di pace con i palestinesi. 

In un intervento pronunciato nel contesto della campagna elettorale per le politiche, Netanyahu ha affermato il proposito di annettere la valle del Giordano se uscirà vittorioso alle urne. Israele ha conquistato parte dei territori della Cisgiordania nella Guerra dei sei giorni del 1967. Per i palestinesi, che hanno firmato nel 1990 un accordo di pace ad interim, queste terre sono parte integrante di un futuro Stato e vanno restituite. 

Commentando le parole di Netanyahu, i ministri degli Esteri della Lega araba parlano di “pericoloso sviluppo” e una “nuova aggressione da parte di Israele” che dichiara in modo manifesto il proposito di “violare la legge internazionale”. “La lega - prosegue la nota diffusa a conclusione di un incontro al Cairo - guarda a queste dichiarazioni come a una minaccia per le residue possibilità di un qualsiasi progresso nel processo di pace e un siluro alle sue fondamenta”. 

I ministri degli Esteri erano già impegnati in un incontro programmato da tempo nella capitale egiziana. Tuttavia, dopo aver ascoltato le parole del Primo Ministro israeliano hanno deciso di indire una sessione straordinaria di emergenza. 

Secondo gli ultimi dati diffusi dall’ong israeliana B’Tselem, che si batte contro l’occupazione, nella valle del Giordano e nella parte superiore del mar Morto vivono circa 65mila palestinesi e 11mila coloni israeliani. La città più importante è Gerico, circondata da 28 villaggi e diverse comunità beduine di dimensioni più ridotte. 

Il ministro giordano degli Esteri Ayman Safadi parla di “grave escalation” da parte di Netanyahu. Amman e il Cairo sono le due sole nazioni arabe ad aver sottoscritto trattati di pace con Israele. Hanan Ashrawi, funzionario di alto livello dell’Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina), ha scritto su Twitter che il leader israeliano intende estendere il dominio di Israele su quella che un tempo era la storica Palestina e promuovere “un programma di pulizia etnica”. 

In piena campagna elettorale per cercare di riconquistare una solida maggioranza alla Knesset, dopo che il voto di aprile si è concluso con un nulla di fatto e l’impossibilità di formare il nuovo governo, Netanyahu ha rilanciato l’intenzione di annettere tutti gli insediamenti. Una condanna alle parole del premier è giunta anche dall’Arabia Saudita, che invoca un incontro urgente dell’Organizzazione della cooperazione islamica (Oic), mentre il Qatar rilancia il sostegno al piano di pace che prevede la creazione di due diversi Stati l’uno accanto all’altro.

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