26/07/2018, 10.15
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Laos, diga crollata: i soccorsi proseguono sotto i monsoni, 26 i morti

Residenti in preda al panico continuano a scappare, trovando rifugio sui tetti o dirigendosi verso i centri di evacuazione. Corea del Sud, Vietnam, Thailandia, Cina e Norvegia partecipano alle operazioni. Il messaggio di cordoglio e di incoraggiamento di papa Francesco.

Vientiane (AsiaNews/Agenzie) – I soccorritori combattono contro nuove piogge per raggiungere centinaia di persone ancora disperse dopo il crollo di una diga in costruzione nel Laos meridionale, avvenuto tre giorni fa. In seguito al collasso dell’impianto idroelettrico Xe-Namnoy, un muro d’acqua di 5 miliardi di metri cubi si è abbattuto a valle, spazzando via interi villaggi e causando la morte di almeno 26 persone.

L'area quasi inaccessibile, situata al confine con la Cambogia, non permette ancora un chiaro bilancio del disastro. In una rara conferenza stampa, il Primo ministro Thongloun Sisoulith ha dichiarato ieri che i dispersi, tutti di nazionalità laotiana, sono ancora 131. Più di 6.600 residenti degli otto villaggi circostanti sono senzatetto.

In preda al panico, gli sfollati continuano a scappare dal luogo della tragedia, trovando rifugio sui tetti (foto) o dirigendosi verso i centri di evacuazione. Qui alcuni testimoni affermano di aver ricevuto solo poche ore di preavviso sull'incombente disastro. Molte delle strade sono danneggiate in modo grave o sono andate distrutte. Imbarcazioni ed elicotteri sono stati inviati dalle autorità per trarre in salvo le persone ancora intrappolate dalle inondazioni.

Nel frattempo, oltre agli aiuti del governo sudcoreano, diversi Paesi si sono uniti alle operazioni di salvataggio. Il Vietnam ha inviato personale militare e medico per sostenere gli sforzi e la Thailandia ha annunciato l’invio di quasi 150mila dollari Usa in aiuti. Sulle strade del villaggio di Sanamxai, nella zona più colpita, i media riportano la presenza di autocarri norvegesi che trasportano beni di prima necessità, tra cui acqua fresca e coperte. Nel villaggio è presente anche un contingente medico cinese composto da 32 membri dell’Esercito Popolare di Liberazione (Pla).

Poche ore dopo il disastro, la Sala stampa della Santa Sede ha diffuso un telegramma di cordoglio per le vittime da parte di papa Francesco, inviato alle autorità laotiane dal segretario di Stato il card. Pietro Parolin. Il pontefice esprime “una sincera solidarietà a tutte le persone colpite” e “prega specialmente per il riposo dei defunti, la guarigione dei feriti e la consolazione di tutti coloro che soffrono – si legge nel testo – Allo stesso modo, il Santo Padre offre incoraggiamento alle autorità civili e a tutte le persone coinvolte nelle attività di ricerca e soccorso”.

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