26/06/2010, 00.00
SINGAPORE
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La solidarietà della Chiesa di Singapore verso i rifugiati

di Jeremy Lim
Celebrata la Giornata mondiale per i rifugiati. L’arcivescovo di Singapore parla della difficile situazione di questi fratelli che temono di non avere futuro. L’impegno della Chiesa.

Singapore (AsiaNews) – “La Chiesa deve essere solidale con i rifugiati, nostri fratelli e sorelle nel bisogno”. Mons. Nicholas Chia, arcivescovo di Singapore, ha celebrato ieri la messa per la Giornata mondiale dei rifugiati. Ad AsiaNews parla del compito della Chiesa verso i molti rifugiati, veri paria sociali nella ricca Singapore.

Circa 400 fedeli hanno partecipato alla messa, organizzata dal Servizio dei gesuiti per i rifugiati (Jrs) nella chiesa del Cristo Risorto. La funzione è stata accompagnata da un’esibizione di rifugiati di Myanmar, Srl Lanka e Nepal. Nei giorni precedenti c’è stata la vendita di oggetti fatti a mano dai rifugiati, un modo per mantenersi con dignità, dato che in genere non è loro consentito lavorare fuori dei campi profughi.

Mons. Chia spiega ad AsiaNews che “molti rifugiati sono stati derubati delle loro case, proprietà, identità, futuro. Il minimo che possiamo fare è pregare ed essere solidali con loro. Noi dobbiamo assisterli, aiutarli, chiedere quanto loro necessario, come Cristo avrebbe fatto”. “In questo lavoro, noi rafforziamo anche la fede della nostra parrocchia, nella pienezza della nostra missione sociale e del compito di evangelizzazione”.

Per questo giornata, le Nazioni Unite hanno indicato quest’anno il tema “Gente reale, necessità reali”. “Questo tema – prosegue mons. Chia – rammenta in modo continuo che il problema dei rifugiati è una sfida attuale per tutti noi oggi, come lo era nei primi anni ’80 quando i primi vietnamiti arrivarono a Singapore sulle loro barche. Il nostro compito non è finito, abbiamo il dovere di trovarli e aiutarli”.

A Singapore la situazione dei rifugiati è molto difficile. Chi è nella Città-Stato senza regolare permesso viene fermato ed espatriato, rischia di tornare al Paese da cui è fuggito per una situazione di persecuzione, guerra civile, violenza. Il procedimento per ottenere l’asilo è lungo e complesso. A Singapore non posso trovare lavoro, i loro figli di rado hanno accesso alle scuole pubbliche, spesso vivono in una precarietà e sembra loro di non avere futuro.

L’omelia della messa è stata tenuta da padre Prakash Louis, direttore regionale per l’Asia meridionale dei Jrs, che ha parlato della difficile situazione dei rifugiati, provenienti da Paesi che hanno avuto lunghe guerre come lo Sri Lanka, e dell’impegno della Chiesa per fornire a questi miseri quanto necessario e per aiutarli a costruire una nuova vita nella loro piena dignità umana. Ha ricordato l’insegnamento di Giovanni Paolo II che “è nel lavoro tra i rifugiati e i profughi interni che la Chiesa sperimenta la sua funzione nei modi più concreti”.

Il Jsr è un ente cattolico che lavora i n 56 Paesi, soprattutto nelle zone colpite da guerra o disastri naturali. Ha lavorato per soccorrere le vittime dello Tsunami del 2004, della guerra civile in Sudan, il tifone del Myanmar.

Ulteriori notizie sui rifugiati e sul lavoro del Jrs si possono trovare sul sito www.jrs.net.    Foto Credit: Jeremy Lim, Marianne Tan / Caritas Singapore

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