22/11/2007, 00.00
GIORDANIA
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La sconfitta degli islamici caratterizza il voto di Amman

Il Jordan’s Islamic Action Front, che ha avuto solo sei eletti in un Parlamento di 110 seggi, denuncia brogli. Il ministro degli interni annuncia l’arresto di due persone che volevano comprare voti, ma denuncia esagerazioni della stampa. Per la prima volta è stata eletta una donna.
Amman (AsiaNews/Agenzie) – E’ la sconfitta degli islamici – che denunciano brogli – il dato più significativo delle elezioni tenute il 20 in Giordania, le seconde da quando il Paese è retto da re Abdallah. I risultati parziali indicano infatti che il Jordan’s Islamic Action Front - emanazione dei Fratelli musulmani - avrà solo sei dei 110 seggi di un Parlamento dai poteri abbastanza limitati, in un Paese retto da una monarchia filoccidentale, che da tempo promette una reale evoluzione democratica. Prima del voto attuale ne aveva 17 ed il partito aveva presentato 22 candidati.
 
Il sistema elettorale giordano è piuttosto complicato – prevede tra l’altro riserve di seggi per minoranze etniche (i circassi), religiose (i cristiani) e donne – ed il governo aveva annunciato l’intenzione di cambiarlo, ma non se ne è fatto niente.
 
Proprio i timori di un successo del partito islamico erano stato l’unico elemento di interesse di elezioni dal risultato che gli oppositori denunciavano scontato, con il successo di uomini legati alle tribù beduine, tradizionalmente legate alla monarchia.
 
Gli islamici denunciano brogli. “Ci sono stati evidenti brogli in numerosi distretti”, ha sostenuto Jamil Abu Baker, portavoce dello IAF, citato dal Middle East Online. “Non ci aspettavamo – ha aggiunto – che tutti i nostri candidate avessero successo, ma sulla base dei nostri sondaggi pensavamo che tra 16 e 18 ce l’avrebbero fatta”. Abu Baker indica in particolare quanto accaduto a Zarqa, seconda città del Paese e tradizionale punto di forza degli islamici, dove nessuno dei candidati dello IAF è stato eletto.
 
Al di là delle accuse islamiche, anche i giornali hanno riportato notizie di commercio di voti ed il ministro degli interni, Eid al-Fayez, ha annunciato l’arreso di due persone che “tentavano di comprare voti”, aggiungendo però che il fenomeno era stato “esagerato” dai media.
 
Dai risultati provvisori sembra invece che per la prima volta una donna sia stata eletta ed entrerà in Parlamento al di fuori delle sei della quota femminile riservata. Si tratta di Falaka al-Jamaani, una dentista. A candidarsi era state in 199, in un Paese nel quale le donne sono oltre la metà dell’elettorato.
 
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