04/10/2013, 00.00
CINA
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La repressione ideologica di Xi Jinping può distruggere l’economia della Cina

di Willy Lam
Il ritorno dell’ideologia maoista, le sessioni di auto-critica, l’esaltazione del leader centrale sono segnali di un ritorno al passato che non colpirà solo la politica, ma anche l’economia e lo sviluppo dell’intera nazione. Un’analisi del grande esperto di Cina, per gentile concessione della Jamestown Foundation. Traduzione a cura di AsiaNews.

Hong Kong (AsiaNews) - La leadership di Xi Jinping ha lanciato un movimento ideologico fra i membri del Partito e i cittadini che punta a promuovere i valori socialisti più "duri" e un'assoluta obbedienza agli editti di Pechino. Mentre la Campagna di rettifica del Partito comunista cinese (Pcc), annunciata all'inizio di quest'anno, era in massima parte concentrata sulla promozione di una governance più pulita e sugli standard morali, l'esercizio ideologico è dedicato - secondo le parole del Segretario generale e presidente Xi - a "consolidare e migliorare l'opinione pubblica dominante, propagare i leitmotiv (del socialismo con caratteristiche cinesi) e diffondere energia positiva [cfr. Xinhua e Cctv, 20 agosto].

Le autorità non hanno indicato per quanto tempo durerà questa crociata. Tuttavia, i dirigenti incaricati dell'ideologia e della propaganda hanno rilasciato dichiarazioni (austere in una maniera inusuale) su come rafforzare l'ortodossia socialista e marxista. I censori stanno usando ogni mezzo a disposizione per assicurarsi che i valori "borghesi e liberali" siano banditi dai media, in particolare quelli su internet, e dai siti di micro-blogging. Cosa ancora più importante, è possibile che la rinascita di norme semi-maoiste possano smussare la riforma economica, che sarà al centro del prossimo plenum della Commissione centrale.

Le visioni conservatrici e a volte cripto-maoiste di Xi sono state spalmate nel discorso che ha pronunciato a una Conferenza nazionale sull'ideologia e sulla propaganda che si è svolto il 19 agosto. Anche se ogni principale leader comunista cinese ha chiesto ai suoi compagni di conformarsi ai principi socialisti, il presunto "nocciolo" della leadership della Quinta generazione è andato a rivedere un concetto primario nella politica riformista di Deng Xiaoping: ovvero che la "costruzione economica è il compito principale del Partito".

Mentre prendeva il potere, durante la terza Sessione plenaria dell'undicesima Commissione centrale alla fine del 1978, Deng annunciò che la priorità del Partito era passata dall'impegno ideologico e politico a quello economico. Nel suo discorso, Xi sembra dare la stessa importanza alla costruzione dell'economia da una parte e al sostegno di un pensiero "politicamente corretto nell'ideologia e nel pensiero (yishixingtai)" dall'altra. "Il compito principale del Partito è la costruzione economica - ha detto Xi - e il lavoro relativo all'ideologia e al pensiero è una preoccupazione estremamente importante del Partito" [cfr. People's Daily e China News Service, 20 agosto].

Xi ha poi continuato esponendo una posizione che rappresenta la quintessenza del maoismo, equiparando il dangxing ("la natura e le caratteristiche del Partito") con il renminxing ("la natura e le caratteristiche del popolo"). Questi due concetti - ha detto - "sono sempre stati uniformi e uniti. Dobbiamo mantenere la giusta direzione politica, rimanere fermi nel pensiero politico corretto e fare propaganda con risolutezza a favore di teorie, linee, obiettivi e politiche del Partito". "Dobbiamo - ha aggiunto - rimanere con risolutezza al più alto livello di unanimità con le autorità centrali [zhongyang] e con risolutezza sostenerne l'autorità".

L'equazione fra dangxing e renminxing - la teoria secondo la quale i membri del Partito e i cittadini non possono o non dovrebbero avere idee e aspirazioni diverse da quelle del Partito - è stata celebrata per la prima volta da Mao Zedong. Nel suo famoso "Discorso alla Conferenza di Yan'an su Letteratura e Arte" del 1942, Mao chiese non solo ad artisti e scrittori ma anche ai membri ordinari del Partito di "difendere con fermezza la posizione, lo spirito e la politica del Partito". Il Grande Timoniere disse che "non esiste niente di meglio che l'arte, per il benessere dell'arte" e aggiunse che scrittori e intellettuali dovevano servire "l'intera causa rivoluzionaria proletaria" e funzionare come "ingranaggi e ruote nella macchina rivoluzionaria". [cfr. Xinhua, 24 giugno 2004; People's Daily, 10 maggio 2002].

Anche se in Cina non sono avvenute riforme politiche significative dal 1989, le leadership guidate da Jiang e da Hu erano intenzionate a discutere della questione: entrambe hanno condotto una serie di esperimenti con le elezioni locali, che Jiang ha portato dal livello locale a quello municipale e Hu ha espanso ancora, in modo da includere "programmi pilota" in cui i segretari del Partito delle municipalità venivano eletti dai residenti. Hu ha anche spinto per una "democrazia all'interno del Partito", che ha permesso ai membri di scegliere fra diversi candidati per alcuni - ma non tutti - scranni all'Assemblea nazionale del Popolo. Questi esperimenti  non sono stati abbastanza significativi da cambiare il clima politico o la struttura del potere, ma la loro interruzione suggerisce che questa riforma è oggi più lontana che mai.

L'apparente ritorno di Xi al dogma di stile maoista è stato affermato da diversi portavoce del Partito. "Il dangxing è il risultato della raffinazione, sublimazione e sintesi della natura umana" ha scritto lo Study Times, portavoce della Scuola centrale del Partito. Per lo studioso liberale di Pechino Mou Chuangheng, tuttavia, Xi sta usando un linguaggio altisonante e politicamente corretto per eludere la difficile questione della riforma politica, tema che rimbalza da più di 20 anni. "Xi Jinping - ha scritto Mou - sta usando la costruzione del dangxing per mettere da parte quella di un governo costituzionale. Ha anche sostenuto una rettifica dello stile del Partito per evitare di fare cambiamenti nelle istituzioni" [cfr. Study Times, 20 agosto; Open Magazine, 1 settembre]. Alfred Wu, specialista di politica cinese all'Hong Kong Institute of Education, ha notato che Xi ha abbracciato gli ideali maoisti per mettere la riforma della politica in uno stallo indefinito: "Xi vuole appellare agli elementi più estremisti del Partito per rafforzare la sua propria base di potere".

Mettendo da parte le questioni teoretiche, quali sono le implicazioni pratiche di questo apparente tentativo di Xi di riportare indietro le lancette dell'orologio? Mentre la Campagna di rettifica del presidente è stata interpretata come una chiamata alla lealtà nei confronti di quei compagni che vantano una "genealogia rivoluzionaria", l'esercizio ideologico serve uno scopo simile ma nei confronti delle autorità centrali. E in particolare nei confronti dello stesso Xi [cfr. "Rectification Campaign to Boost Cadres with "'Red DNA'," China Brief, Vol. 13, Issue 14].

Non molto tempo dopo il discorso del 19 agosto, il Segretario del Partito di Pechino Guo Jinlong ha pubblicato un articolo sul giornale teoretico comunista Seeking Truth intitolato: "Assicurarsi che gli ordini politici delle autorità centrali siano eseguiti in maniera corretta; il nostro credo politico rimanga intatto in ogni circostanza". Jin ha chiesto ai suoi colleghi nella municipalità di Pechino di "mantenere sempre un alto livello di uniformità in termini di idee e azioni con le autorità centrali del Partito, che hanno nel compagno Xi Jinping il proprio Segretario generale. Dobbiamo proteggere con coscienza l'autorità della leadership centrale" [cfr. Xinhua, 2 settembre; Seeking Truth, 1 settembre].

Seguendo un antico rituale del Pcc chiamato biaotai - i quadri medi che rilanciano le parole d'ordine di quelli di più alto grado per dimostrare la propria lealtà alla leadership principale - i dirigenti dei Dipartimenti di propaganda dei 31 Distretti amministrativi del Paese sono apparsi con dichiarazioni che appoggiano le tesi del presidente Xi. Tuttavia, molte di queste posizioni sono delle semplici esaltazioni senza limiti del presunto "coraggio" e della "saggezza" di Xi.

Il capo del Dipartimento propaganda della Regione autonoma del Tibet Dong Yunhu ha lodato Xi per aver "riassunto in maniera scientifica" l'esperienza del Partito nel campo della propaganda e dell'ideologia. Il presidente Xi - ha detto - "ha arricchito e sviluppato le teorie marxiste sull'ideologia, così come le teorie del Partito sull'ideologia e sulla riflessione". Il boss della propaganda della provincia dell'Hainan, Xu Jun, è andato oltre. Secondo Xu, nel suo discorso di agosto il presidente ha "risvegliato e illuminato i sordi, riuscendo con successo a illuminare nel profondo il popolo" [China Daily, 6 settembre; Xinhua, 3 settembre].

Ma anche se l'abilità di Xi di ottenere ossequiose forme di elogio da parte dei funzionari regionali testimonia la sua sempre più solida presa sul potere, emanare norme ultra-conservatrici potrebbe dimostrarsi un boomerang per la riforma economica, che è il tema della terza Sessione plenaria della 18ma Commissione centrale fissata per i primi di novembre. Nel suo discorso biaotai, il capo della Commissione provinciale del Dipartimento di propaganda del Guangdong, Tuo Zhen, ha ripetuto l'appello di Xi ai compagni che operano nei media e nelle unità relative alla comunicazione a "cristallizzare il consenso sociale e dimostrare il brillante futuro" della provincia e della nazione. La reputazione di Tuo come censore conservatore è stata consolidata dalla sua decisione - presa nei primi giorni del 2013 - di eliminare dalla prima pagina del Southern Weekend un articolo intitolato "Un governo costituzionale è la chiave per il Sogno cinese" [cfr. Ming Pao e South China Morning Post, 4 gennaio].

Inoltre, gli intellettuali del Guangdong e di Pechino sono stati presi alla sprovvista quando Tuo ha dichiarato che "il Guangdong è un apripista in due campi: per la riforma e la politica 'porte aperte' e  per l'impegno politico nell'area del pensiero e dell'ideologia" [cfr. Nanfang Daily, 4 settembre; China News Service, 3 settembre]. Questo concetto è contrario al credo comune secondo il quale, data soprattutto la vicinanza della provincia ad Hong Kong, il Guangdong dovrebbe servire come finestra per la Cina attraverso la quale far passare nuove idee e pensieri non ortodossi. È significato che il capo della propaganda dell'isola di Hainan - una delle cinque Zone economiche speciali create da Deng nei primi anni Ottanta - abbia anche lui voluto sottolineare che sarà "poco tollerata" la funzione dell'isola come luogo dove si possono sperimentare modi di pensare eterogenei. In un discorso biaotai ha dichiarato: "Hainan è una Zona economica speciale, non una zona culturale speciale" [cfr. China National Radio, 6 settembre; People's Daily, 4 settembre].

Ma sono state le posizioni di Tuo Zhen a provocare le critiche più vigorose da parte degli intellettuali liberali del Paese. Gao Yu, un commentatore politico di Pechino molto rispettato, ha attaccato Tuo per il suo tentativo di "riportare in vita ideologie politiche del tempo della Rivoluzione culturale". "Tuo e il Dipartimento propaganda del Guangdong - ha aggiunto - si sono affermati sui media relativamente liberali della provincia. Siamo testimoni della riabilitazione del pensiero e dell'ideologia maoista" [cfr. Voa Chinese service, 4 settembre]. Le posizioni sorprendentemente conservatrici dei funzionari del Guangdong e dell'Hainan - che erano zone conosciute per essere laboratori di riforme economiche e politiche - potrebbero aver inciso in maniera seria sulle credenziali di queste province agli occhi degli investitori stranieri.

Significativo allo stesso modo è il fatto che il libero flusso di informazioni - considerato un prerequisito per il successo delle economie di mercato - si è deteriorato a causa dei funzionari incaricati dell'ideologia e della propaganda, che hanno risposto all'appello di Xi per la rinascita della proverbiale "camera a una sola voce". In quest'ottica, i Dipartimenti centrali e locali di propaganda hanno emanato nuovi regolamenti per fermare i cosiddetti "spargimenti di pettegolezzi" su internet. All'inizio di settembre una sentenza ha stabilito che i micro-bloggers e gli altri utenti di internet possono essere accusati di diffamazione e di altri crimini se mettono sulla Rete "pettegolezzi" o altre forme di informazioni illegali che siano visitate da 5mila utenti o rilanciate più di 500 volte. Diverse importanti personalità online e blogger di fama, fra cui il capitalista sino-americano Charles Xue, hanno subìto inchieste penali con l'accusa di aver pubblicato materiale politicamente scorretto o pettegolezzi su internet [cfr. Ming Pao, 16 settembre; Reuters, 9 settembre].

Alcune prove dimostrano inoltre che le autorità abbiano messo nel mirino investitori privati che hanno sostenuto valori "borghesi-liberali" - come il diritto internazionale o i diritti umani - che vanno contro il credo socialista del presidente Xi. Una di queste prove viene da Wang Gongqian - miliardario del campo immobiliare e dell'information technology - che è stato arrestato all'inizio di settembre con l'accusa di aver "organizzato una folla per disturbare l'ordine pubblico". Il vero motivo alla base del problema di Wang con le autorità, tuttavia, potrebbe essere il suo operato a sostegno degli attivisti sociali e pro-diritti umani, come il noto studioso di diritto Xu Zhiyong. Insieme ad altri, Wang ha lanciato una rumorosa protesta dopo l'arresto di Xu avvenuto all'inizio del 2013. Il miliardario ha anche usato internet per lanciare una raccolta firme per chiedere alla leadership del Pcc una vera liberalizzazione politica [cfr. South China Morning Post e Apple Daily, 14 settembre].

Il presidente Xi e i suoi colleghi, comunque, sono molto nervosi riguardo quegli imprenditori privati che iniziano a prendere parte ad attività che potrebbero portare alla destabilizzazione politica. Dietro alle grandi proteste contro il nucleare che si sono svolte nel luglio 2013 nella città di Jiangmen, nel Guangdong, e che hanno coinvolto più di mille persone c'erano appunto diversi imprenditori [cfr. Guancha.cn, 22 luglio; China Times, 13 luglio].

Come ha sottolineato l'ex primo ministro Wen Jiabao "la riforma economica non può andare più avanti di così senza una riforma politica commisurata". Nella sua ultima conferenza con la stampa internazionale, durante l'Assemblea nazionale del Popolo del 2012, Wen ha aggiunto: "Non possiamo avere un'economia che vada ancora bene senza raggiungere degli obiettivi nel campo della riforma politica" [cfr. China News Service e Ifeng, 14 marzo 2012].

Come molti altri leader conservatori del Pcc, Xi sembra credere che la propria amministrazione possa portare avanti una buona riforma economica mentre inasprisce il controllo pesante del Partito sull'ideologia, la cultura e i media. Mentre Xi sembra convinto che la rinascita delle norme semi-maoiste possano anche consolidare la sua autorità personale, il ritorno all'ortodossia di un'era superata potrebbe invece far scendere una profonda oscurità su qualunque nuova idea Pechino possa avere per rendere l'economia cinese ancora più orientata al mercato.

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