30/09/2019, 11.52
HONG KONG - CINA
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La polizia di Hong Kong proibisce le manifestazioni al primo ottobre

di Paul Wang

Il Fronte civile per i diritti umani avverte che non permettere manifestazioni pacifiche potrebbe dare adito a violenze ancora più grandi. Ieri, manifestazioni in ricordo di Occupy Central. Per Xinhua, esso è “il punto di partenza del collasso dello stato di diritto” a Hong Kong. Scontri violenti fra dimostranti e polizia. Un poliziotto in borghese ha sparato proiettili letali.

Hong Kong (AsiaNews) – La polizia di Hong Kong ha di nuovo negato il permesso per una manifestazione da tenersi domani, primo ottobre, festa nazionale della Repubblica popolare cinese. Davanti a un primo diniego delle forze dell’ordine il Fronte civile per i diritti umani, organizzatore della marcia, si era appellato, ma oggi gli è stato confermato il no per timori di possibili violenze. Secondo la polizia vi sono messaggi di dimostranti che spingono ad uccidere membri delle forze dell’ordine e persone del pubblico.

L’avvocato del gruppo, Douglas Kwok, ha fatto notare che il Fronte è un’organizzazione affidabile che ha sempre svolto manifestazioni pacifiche, che hanno radunato milioni di persone.

Secondo Kwok, in momenti di tensione come quelli che si vivono ad Hong Kong, non permettere manifestazioni pacifiche potrebbe dare adito a violenze ancora più grandi.

Il Fronte ha cancellato il raduno di domani, in cui si celebrano i 70 anni della nascita della Repubblica popolare cinese proclamata da Mao Zedong, ma è sicuro che in molte zone di Hong Kong vi saranno raduni non autorizzati.

Da oltre tre mesi il territorio è scosso da manifestazioni che talvolta si sono concluse con scontri con la polizia. Iniziate per domandare la cancellazione di una legge sull’estradizione in Cina, esse sono divenute un movimento che preme per la piena democrazia, nel rispetto del principio “un Paese, due sistemi”, garantendo stato di diritto e società liberale per Hong Kong.

Per la Xinhua, invece, sono proprio le manifestazioni pro-democrazia che stanno distruggendo lo “stato di diritto” nel territorio. In un commento pubblicato ieri, l’agenzia statale afferma che “Occupy Central” è stato “il punto di partenza del collasso dello stato di diritto” nella ex colonia britannica.

Nel 2014, “Occupy Central” è stato un movimento che comprendeva un sit-in nelle zone centrali dell’isola, che ha radunato fino a 800mila persone con la richiesta di una piena democrazia per Hong Kong. Durato quasi tre mesi, esso è visto da molti come il punto in cui è venuta maturando la coscienza politica della popolazione di Hong Kong, soprattutto dei giovani.

Nel weekend, e soprattutto ieri, domenica, vi sono stati diversi raduni non autorizzati per celebrare il quinto anniversario di Occupy.  Ma polizia e dimostranti si sono scontrati in diversi quartieri dell’isola. La polizia ha usato idranti con acqua colorata (per riconoscere e arrestare i manifestanti), spray urticanti, gas lacrimogeni e proiettili di gomma. A Wan Chai un poliziotto ha sparato anche proiettili letali. Un portavoce delle forze dell’ordine ha spiegato che un gruppo di poliziotti era stato circondato e che lo sparo era diretto in aria, per avvertimento. La foto del giornale Ming Pao (v. foto 2) mostra due poliziotti in borghese, non assediati.

I dimostranti hanno lanciato pietre e molotov, provocando incendi in diversi punti. Nel pomeriggio di ieri, la polizia ha attaccato in modo diretto gruppi di manifestanti, usando spesso forza eccessiva. Le forze dell’ordine, in tenuta anti-sommossa, hanno arrestato almeno 100 persone, anche pacifiche. Le autorità ospedaliere hanno comunicato che sono stati ricoverati 48 feriti, fra i quali una donna che versa in gravi condizioni.

In serata, alcuni dimostranti hanno distrutto un taxi a Causeway Bay, accusando l’autista di aver guidato il veicolo contro alcuni giornalisti. Il giorno prima, la polizia ha ferito ad un occhio una giornalista indonesiana (foto 3). Quest’oggi l’Associazione dei giornalisti ha criticato l’uso e le minacce di violenze contro i colleghi che seguono le manifestazioni. Molto spesso la polizia allontana fotografi e reporter picchiandoli e spruzzando negli occhi spray urticanti.

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