17/12/2012, 00.00
EGITTO
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La nuova Costituzione ha spaccato l’Egitto. E i salafiti

di André Azzam
Il testo, già votato in 10 province, verrà votato il prossimo 23 dicembre in altre 17 province del Paese. Ma i brogli sono considerati quasi obbligatori dalla maggior parte dei votanti, che comunque non rinuncia a esprimere il proprio voto nelle urne. Le opposizioni si uniscono contro la Fratellanza musulmana del presidente Morsi, mentre le critiche al testo (che discrimina chiunque non sia un Fratello) spaccano persino l’islam più radicale.

Il Cairo (AsiaNews) - Dovunque, per le strade egiziane, la popolazione è d'accordo nel dire che l'Egitto è diviso con mai prima d'ora. Molti di loro piangono la morte dell'Egitto pacifico e tollerante, e hanno paura di cosa potrà accadere quando la nazione diverrà la roccaforte della Fratellanza islamica e smetterà di essere una terra di pace e ospitalità. La Valle del Nilo è dominata da un'atmosfera generale di pessimismo, e agli abitanti locali manca in maniera profonda il famoso slogan coniato da Saad Zaghloul, morto un anno prima della creazione dei Fratelli musulmani di Hassan al Banna. Quello slogan diceva: "La religione è per Dio, la madrepatria è per tutti".

Le elezioni del 15 dicembre, convocate per il voto referendario sulla nuova Costituzione, hanno coinvolto 10 delle province più popolose dell'Egitto: il Cairo, Alessandria, le prime 3 del Delta (Sharqeyya, Gharbeyya, Daqahleyya), le prime 3 dell'Alto Egitto (Assiout, Sohag, Asswan), il Sinai del Nord e quello del Sud. In totale 50 milioni di persone.

Le altre 17 province - Giza, Qalyoubeyya (le parti orientale e occidentale del Grand Cairo), le altre 4 del Delta (Menoufeyya, Behayra, Kafr al-Shaykh, Damietta), le 3 del Canale di Suez (Port Saïd, Ismaïleyya, Suez), le due costiere (Marsa Matrouh sul Mediterraneo e il governatorato del Mar Rosso) e le altre 6 dell'Alto Egitto (Fayyum, Bani Souayf, Minya, Qena, Louxor e New Valley) - che insieme formano 40 milioni di persone voteranno invece il prossimo 23 dicembre.

Il presidente Mohammad Morsi ha votato la mattina presto del 15 presso il seggio di Heliopolis, dove si è recato all'apertura dell'ufficio alle 8 del mattino. Le persone presenti erano molto curiose di vederlo lì, dato che vive nel Quinto Compound della zona nuova del Cairo, abbastanza lontano da Heliopolis, dove si trova il palazzo presidenziale.

Le forze di polizia e dell'esercito hanno circondato in forze le urne per garantire l'ordine e mantenere la disciplina. Va detto che folle di persone hanno passato la giornata del voto nei pressi degli uffici elettorali, ma non si sono verificati incidenti. La grande maggioranza sembra dubbiosa sull'onestà dei risultati.

Molti fra coloro che vogliono vedere rifiutata la nuova Costituzione hanno espresso la convinzione che si verificheranno brogli nel conteggio, ma in ogni caso hanno voluto compiere il proprio dovere elettorale. Altri hanno invece lasciato le lunghe file ai seggi dicendo che comunque il voto "era inutile". Altri hanno espresso il desiderio di votare a favore del testo per evitare il pericolo di vedere il ritorno dei "fouloul" (i fedelissimi del regime di Mubarak).

Le discussioni più frequenti nelle file elettorali hanno riguardato la presenza dei giudici. Una signora ha chiesto all'uomo davanti al seggio se fosse realmente un giudice e questi si è offerto di farle vedere i documenti; l'elettrice ha risposto che gli credeva. Ma nessuno conosce il numero dei giudici presenti ai seggi. L'Alta commissione elettorale dice che i giudici sono 6.376, mentre la Federazione sostiene che non siano più di 5.500. E alcuni giornali hanno scritto che i Fratelli musulmani erano pronti a colmare il vuoto...

Un terribile incidente si è verificato alla fine della giornata di sabato, quando sono stati attaccati e bruciati gli uffici del Partito Al Wafd, che si trovano nei pressi del quotidiano Wafd. Al Wafd ha subito accusato dell'accaduto il gruppo salafita di Hazem Abou Ismail, un ex candidato alla presidenza che ha negato ogni responsabilità.

Nonostante quanto deciso sull'orario di apertura dei seggi - fissati dalle 8 del mattino alle 7 di sera - molti sono stati costretti a prolungare almeno di 2 ore l'apertura: alcuni sono arrivati fino alle 11 di sera. In alcune zone sono state riportate attese di più di 5 ore, e molti votanti sono stati allontanati con la forza dai seggi. Alcuni denunciano di essere stati costretti ad andarsene perché volevano votare "no". Per la prima volta il voto si è svolto senza osservatori esterni.

Alcuni giornali sono andati in stampa con un enorme "No" sul titolo, che in arabo si scrive "La". Il Wafd - parlando a nome del Partito omonimo, creato dopo la rivoluzione del 1919 da Saad Zaghloul - ha pubblicato una doppia pagina, un vero e proprio poster, con la fotografia di un bambino in lacrime e sotto il testo: "No a una Costituzione ingiusta. Una Costituzione che ignora 3 milioni di disoccupati, 7 milioni di abitanti negli slums, 10 milioni di malati di fegato, 25 milioni di lavoratori che vivono in povertà, 348 milioni di ragazze e di madri. Una Costituzione che crea un nuovo dittatore. Un documento che riduce la gente in schiavitù: che sta distruggendo l'amministrazione statale; minacciando la giustizia sociale; discriminando donne, bambini e disabili; che limita la libertà privata e pubblica; che infetta e corrompe la giustizia. No alla Costituzione della vergogna".

Il quotidiano "Destour" ha scritto invece: "No a una Costituzione che nega ai cittadini il diritto a una libera informazione e a un sistema indipendente dei media". Questo giornale ha chiesto ai cittadini di astenersi e ha motivato così la richiesta: "Il risultato lo conosciamo già, sarà approvata con il 78 % dei voti costruiti ad arte; non c'è supervisione dei giudici, lo spazio è stato lasciato ai Fratelli; i Fratelli controllano tutto l'apparato e il sistema di sovvenzione del voto, oltre a tutti gli esecutivi delle province". Infine, il giornale attacca: "Questa Fratellanza è una gang, non sono uomini di Stato e non abbandoneranno mai l'Egitto a meno che non vengano distrutti". Tutti i giornali, fatti salvi quelli "nazionali" (che appartengono allo Stato), scrivono che questa è la "loro" Costituzione: ovvero, dei Fratelli musulmani.

L'aver organizzato il voto in 2 giornate, separate da una settimana di distanza, è risultato sospetto a molti: il voto di sabato scorso potrà essere "aggiustato" da quello di sabato prossimo. La gente è convinta del fatto che a regnare saranno i brogli.

Il giorno prima del voto, durante le preghiere del venerdì in moschea, moltissimi predicatori hanno incitato la gente a votare "Sì". Nella grande moschea di Qaed Ibrahim ad Alessandria, un gruppo di fedeli ha preso in ostaggio il predicatore per 12 ore per insegnargli a non mischiare la politica con la fede. Nella grande città tessile di Mahallah al Kobra, nel mezzo del Delta, la popolazione non ha voluto ospitare alcun "Fratello musulmano" e ha deciso per la dissidenza. Una delegazione di quella città si era già vista davanti al palazzo presidenziale di Heliopolis con un cartello con sopra scritto: "Nucleo temporaneo dell'ambasciata di Mahallah al Kobra": lì nessun predicatore ha potuto predicare a favore del "sì".

A Kafr al Shaykh, i contadini hanno celebrato una marcia funebre tutti vestiti di nero e con cartelli neri. Qualche giorno prima del voto, nei pressi di piazza Tahrir si poteva vedere una marcia simile ma composta di donne vestite di nero che piangevano per la morte dell'Egitto. Un leader salafita - il dottor Ahmad al Naqib, capo dell'Accademia salafita di Mansourah nel nord-est del Delta e insegnante di studi islamici - ha dichiarato che è giusto votare contro la Costituzione, dato che votare a favore è "un peccato contro Dio e il suo Profeta", e ha chiesto ai salafiti di non immischiarsi nel lavoro politico e democratico.

Dall'altra parte c'è il salafita Hazem Abou Ismail - che vuole "purificare" tutti i media satellitari e che ha circondato per due settimane la "Media Producing Town" di Giza - secondo il quale se la Costituzione non sarà approvata ci sarà "un bagno di sangue". Due figure sociali eminenti e molto note - il famoso regista Khaled Youssef e il grande sociologo Saad Eddine Ibrahim - sono stati attaccati e molestati mentre entravano nella Media Town. Entrambi hanno denunciato Hazem Abou Ismail e i suoi seguaci di aver cercato di ucciderli.

La sera prima del voto un canale ufficiale della televisione di Stato ha ospitato un confronto fra due sceicchi, uno dell'università di Al Azhar e l'altro salafita (che ha collaborato alla stesura della Costituzione). Il religioso di Al Azhar ha sostenuto che la Costituzione porterà enormi problemi, che discrimina le minoranze e che andrebbe rifiutata. Il salafita ha invece difeso il testo in maniera ostinata, rifiutandosi di discutere dei singoli argomenti.

L'Assemblea costituzionale aveva 100 membri. Di questi 40 - liberali, esponenti delle chiese, esperti - si sono rifiutati di andare avanti nel loro lavoro e sono stati rimpiazzati da altre 20 persone: la redazione del testo si è dimostrata un lavoro abborracciato. L'Assemblea ha spinto fino a finire il nastro in un paio di giorni, dedicando 5 minuti massimo a ogni articolo. I membri dell'Assemblea erano per la maggior parte medici, laureati in Agricoltura o Commercio, persino un insegnante di cinese! E alcuni hanno scherzato: "Ecco perché il testo è così confuso...".

E in effetti il testo doveva essere pronto prima del 2 dicembre, perché la Corte costituzionale aveva fissato per quella data una sentenza di invalidamento dell'Assemblea costituente e del Senato, che stava agendo come un corpo parlamentare per approvare il testo proposto. Il testo è stato presentato il 1mo dicembre, e per legge il referendum avrebbe dovuto svolgersi entro 2 settimane.

Le enormi dimostrazioni che si sono svolte da quel giorno per revocare il referendum non sono riuscite a produrre alcun cambiamento. La Fratellanza ha organizzato delle contro-manifestazioni che hanno provocato una spaccatura del Paese in due parti e creato scontri e incidenti sanguinosi. È stato evidente il fatto che la Fratellanza non sia riuscita a mettere insieme folle enormi come quelle convocate dall'opposizione, composta da liberali, sostenitori del sistema secolare e persino salafiti e musulmani devoti.

La differenza in queste folle è stata creata dall'"hezb al canada" (il "Partito del divano") della rivoluzione del 25 gennaio, ovvero quelle persone - la maggior parte del popolo egiziano - che ha guardato le rivolte dello scorso anno sedute sui propri divani. Questa volta, invece, il "Partito del divano" è sceso in piazza insieme a molti altri cittadini arrabbiati, che avevano votato per Morsi credendo che avrebbe portato un miglioramento per la nazione. Invece, come tutti hanno scoperto che Mohammad Morsi è come prima cosa un presidente dei Fratelli musulmani. Molti osservatori lo hanno definito una "marionetta" manipolata dalla guida della Fratellanza Badie e dal suo assistente, Khayrat al Shater, che era stato nominato dal gruppo come candidato alla presidenza ma non si è potuto presentare per motivi giudiziari.

Ora molti esprimono la propria gratitudine proprio al presidente Morsi, che "in soli sei mesi è riuscito a ottenere l'unificazione di tutte le opposizioni contro di lui e contro la stretta sul potere operata in Egitto dalla Fratellanza musulmana".

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