La Russia vuole perseguitare le “sette”, continuano le pressioni sui Testimoni di Geova
Mosca (AsiaNews) – Mentre ormai in alcune regioni della Russia i Testimoni di Geova (TdG) sono stati giudicati “estremisti”, al pari dei militanti dello Stato islamico o dei neo-nazisti, la Duma di Stato (la Camera bassa del parlamento) si interroga su come introdurre un concetto legale di “setta” che non violi la Costituzione e possa essere usata per bandire le attività di certe organizzazioni religiose dal Paese.
Il 30 novembre, dopo oltre 60 udienze e 10 mesi di processo, un tribunale di Taganrog (Russia meridionale) ha condannato per estremismo 14 uomini e due donne dei TdG, che avevano continuato a incontrarsi, pregare e leggere la Bibbia anche dopo che la comunità era stata bandita.
I 16 condannati – con sospensione della pena – hanno già dichiarato che faranno appello contro quello che ritengono “un precedente pericoloso per la libertà di religione in Russia”.
Da anni i TdG in Russia affrontano numerosi problemi di carattere legale. A marzo 2015, un tribunale della regione di Krasnodar ha denunciato la locale comunità di fedeli come estremista, ordinandone la confisca delle proprietà nella zona. A dicembre 2014, la Corte suprema ha emesso una sentenza che bolla come “estremista” il sito dei TdG e di tre altri movimenti religiosi.
Intanto c’è chi pensa a trovare il modo di regolare la presenza di queste sette a livello federale. Il capo della Commissione per le Associazioni pubbliche e le organizzazioni religiose alla Duma di Stato, Yaroslav Nilov, ha detto che oggi è difficile introdurre una definizione legale di “setta”, perché “potrebbe violare la Costituzione” e la libertà di credo. A suo dire la formulazione di un tale concetto dovrebbe portare anche al bando delle attività di tali organizzazioni, mentre la Costituzione permette oggi a tutte le entità religiose registrate di operare sul territorio della Federazione russa.
“Le cosiddette sette hanno un carattere non giuridico - ha detto il deputato - si tratta della definizione di un luogo comune”, mentre i legislatori e avvocati usano il termine “nuove formazioni religiose”. Allo stesso tempo, il Nilov ha fatto notare che in alcune regione è stato trovato un modo legale per combattere le sette: a Belgorod - un’altra zona dove i TdG sono nel mirino delle autorità - è stata adottata una legge sull’attività missionaria e nella provincia di Arkhangelsk è stato approvato in prima lettura un disegno di legge che richiede alle organizzazioni religiose che operano nella provincia di ottenere una sorta di licenza per le loro attività.
E c’è chi nel Patriarcato di Mosca ha proposto di applicare la famigerata legge sugli agenti stranieri anche alle organizzazioni religiose. L’idea è del vice presidente del dipartimento del Sinodo per la missione, l’igumeno Serapio. A suo dire, è necessario che i rappresentanti delle organizzazioni religiose “ricevano dai loro leader spirituali nutrimento solo spirituale e non delle istruzioni politiche”. “Mi risulta difficile vedere attività puramente religiose in alcune organizzazioni”, ha denunciato. La legge sugli agenti stranieri - termine di memoria sovietica - è stata adottata a fine 2012 e richiede alle Ong che ricevono fondi dall’estero di registrarsi sotto questo titolo. Secondo gli attivisti per i diritti umani, si tratta di una mossa per reprimere ancora di più la società civile.
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