21/02/2006, 00.00
CINA - VIETNAM - UNIONE EUROPEA
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L'Unione europea vuole tassare le scarpe prodotte da Cina e Vietnam

I due Paesi sono accusati di vendere scarpe sotto costo. La Cina minaccia ritorsioni. Preoccupazione per i commercianti e i consumatori europei.

Bruxelles (AsiaNews/Agenzie) - Dal 7 aprile l'Unione Europea potrebbe istituire imposte del 20% sull'importazione delle calzature da Cina e Vietnam, per impedirne la vendita sotto costo. Sono le conclusioni di Peter Mandelson, commissario Ue per il Commercio.

La misura – per una durata di 6 mesi e che riguarda l'8% delle calzature, tra cui le scarpe da tennis e gli stivali "a stiletto" -  sarà proposta il prossimo 9 marzo alla Commissione cosiddetta. "anti-dumping". Ci sono "prove evidenti" – ha detto ieri nella conferenza stampa Peter Power, portavoce Ue – che ditte di Cina e Vietnam vendono le scarpe sotto costo, accusa respinta dagli interessati. La vendita sotto costo è favorita - ha aggiunto - dagli  aiuti dei due governi alle ditte del settore, quali "finanziamenti con basso interesse, affitti di terreni a prezzi di favore, esenzioni fiscali e valutazioni inesatte delle attività".

La Cina minaccia a propria volta ritorsioni commerciali, ma tutte le parti sono intenzionate a discutere il problema.

"La Cina, per risolvere la controversia – dice Mei Xinyu, esperto del ministero cinese del Commercio – potrebbe offrire di limitare le sue esportazioni".

Pechino – ha ammonito lo scorso mese Gao Hucheng, vice ministro cinese al Commercio – potrebbe invocare l'arbitrato dell'Organizzazione mondiale del commercio, contro imposte ritenute "illegali". Gli accordi internazionali sul libero commercio  prevedono l'imposizione di imposte, per un periodo limitato, nel caso di concorrenza sleale quale la vendita di merci sotto costo.

Le ditte europee, specie italiane, hanno chiesto l'intervento dell'Ue, mentre gli importatori temono aumenti di prezzo e perdita di posti di lavoro nel settore del commercio.

Sono pure contrarie molte grandi società produttrici,  che lo scorso mese hanno chiesto a Mandelson di esentare da imposte le scarpe che costano meno di 50 euro al paio. "Queste misure - dice Horst Widmann, presidente della Federazione delle industrie europee delle merci sportive - sono contrarie agli interessi dell'economia europea".

 "E' una misura ostile ai consumatori – ha commentato Ralph Kamphoener, rappresentante dei commercianti Ue - che danneggerà anzitutto le famiglie con bassi redditi e i commercianti". Il prezzo di un paio di scarpe, stimano i commercianti, aumenterà tra 5 e 20 euro.

La stessa Ue è divisa, poiché i Paesi che non hanno una grande industria calzaturiera non vogliono l'imposta. Bendt Bendtsen, ministro danese per l'Economia, ha dichiarato che il costo per i consumatori potrebbe essere 10 volte maggiore dei benefici che ne trarranno i produttori europei di scarpe.

Nel 2005 l'Ue ha importato 120 milioni di paia di scarpe dal Vietnam e 950 milioni dalla Cina, per un valore di 5 miliardi di euro (6 miliardi di dollari Usa). I due terzi delle scarpe esportate di Hanoi sono destinate ai 25 Paesi dell'Ue. In un anno – secondo Power - l'importazione delle scarpe cinesi in Europa è aumentata del 320% e per quelle vietnamite del 700%. La produzione europea è invece scesa del 19% dal 1995 al 2003. (PB)

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