21/08/2012, 00.00
TURCHIA - SIRIA
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L'ombra dei kurdi e della Siria nell'attentato a Gaziantep

di NAT da Polis
Le vittime sono dei passanti e un bambino. Di solito gli attacchi del Pkk mirano alle forze militari turche. La zona è vicina alla frontiera turco-siriana, divenuta terra di rifugio per i profughi che fuggono dalla guerra in Siria.

Istanbul (AsiaNews) - Almeno  8 persone hanno perso  la vita  e 60 sono rimaste ferite, alcuni in modo gravissimo, nell' esplosione  di un'autobomba, verso le 20 (ora locale),  vicino ad una stazione di polizia  a Gaziantep.   La città di trova a ridosso  della frontiera   turco siriana .

La responsabilità dell'attacco, avvenuto azionando un comando a distanza, è stata subito attribuita ai kurdi del Pkk (il Partito dei lavoratori del Kurdistan, considerato un gruppo terrorista da Turchia, Usa e Unione europea) , i  quali per il momento  non hanno rivendicato  l'attentato.

Attacchi  sanguinari da parte dei kurdi del Pkk  sono ormai all' ordine del giorno: la maggior parte di essi hanno di mira le forze militari turche  e sono concentrati nel sud -est del paese,  a densa popolazione kurda.

 Quello che più colpisce in questo attacco, è che è stata presa di mira la popolazione civile - fra le vittime vi sono passanti e un bambino - e la città di Gaziantep, uno dei centri più importanti della zona ,  molto vicina alla frontiera turco-siriana  e sinora risparmiata dagli attacchi.

Il fatto preoccupa assai Ankara , per gli sviluppi imprevedibili che esso può avere in questa zona del Medio Oriente divenuta esplosiva

Il governo turco ritiene che sia la Siria ad armare i  militanti del Pkk, i quali stanno intensificando i  loro rapporti con i kurdi  siriani , che controllano la parte  settentrionale della Siria.

Di recente, Ankara ha dichiarato che almeno 70mila profughi siriani sono passati in territorio turco , a ridosso della frontiera turco-siriana , e ha stabilito che  non potrà ospitarne più di 100mila perché tali profughi possono costituire una mina vagante. Le autorità turche temono infatti che il conflitto siriano si riversi anche nei loro confini.

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