21/02/2008, 00.00
IRAN
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L'ayatollah Montazeri contro la mancanza di libertà in Iran

In un Paese dove la corsa alle elezioni è controllata dall’establishment, le esecuzioni per i condannati a morte sono in continua crescita, e le libertà di stampa e aggregazione sono quotidianamente violate risuona la voce di protesta dell'85enne ayatollah, uno dei leader della teocrazia islamica e uno dei "padri" del moderno Iran.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Il grande ayatollah Hossein Ali Montazeri denuncia la mancanza di libertà nella repubblica islamica dell’Iran facendo particolare riferimento alla corsa per le prossime elezioni del 14 marzo.
  
Le malefatte del Consiglio dei guardiani, che ha puntualmente sbarrato la strada a centinaia di candidati riformisti offre un panorama sconsolante e, secondo l’ayatollah, dipinge l’Islam come una religione violenta e coercitiva.
 
Nonostante pochi giorni fa lo stesso Consiglio - che detiene l’ultima parola sulle candidature - ha riabilitato 251 riformisti, rimangono deboli le speranze dei moderati di poter scalfire la monolitica presenza dei conservatori in Parlamento. 
 
In una dichiarazione riportata dal quotidiano riformista Etemad, l’ayatollah Montazeri ha detto: “Siamo riusciti ad ottenere l’indipendenza. Ma la libertà, promossa dall’Islam e dalla costituzione, è stata sacrificata. Un esempio palese e deplorabile di questo è la massiccia non ammissione di molti candidati al fine di servire interessi politici, ma a discapito della legge e dell’interesse nazionale”.
 
L’ayatollah Ali Montazeri è stato uno dei leader della rivoluzione islamica in Iran e fu inizialmente designato da Khomeini come suo possibile successore. Il rapporto con il leader supremo si deteriorò quando Montazeri si dimostrò favorevole alla legalizzazione dei partiti politici e cominciò a denunciare le libertà violate nella neonata repubblica islamica. Nonostante cinque anni agli arresti domiciliari e una salute precaria l’ayatollah Montazeri rimane tutt’oggi una figura politica influente in Iran e non risparmia critiche all’attuale presidente Mahmoud Ahmadinejad per le politiche economiche e la questione del nucleare, invitandolo a smorzare i soliti toni provocatori che creano conflitti e tensioni sia livello nazionale che internazionale .
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