24/01/2020, 11.07
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L’Anno del Topo fra feste e quarantena

L’Asia orientale e le comunità asiatiche nel resto del mondo si preparano per le celebrazioni del Nuovo Anno lunare, che inizia domani. Ma la diffusione del nuovo coronavirus rende la situazione complicata e pericolosa. Inoltre, anche altri fattori minacciano le festività: i coreani si definiscono “stressati” dal Capodanno. Il topo, animale considerato per millenni di buon auspicio, è divenuto nel tempo una bestia pericolosa e portatrice di malattie.

Pechino (AsiaNews) – L’Asia orientale si prepara a celebrare il Nuovo Anno lunare, che inizia domani 25 gennaio, fra quarantene e nuovi casi di coronavirus. Oltre alla situazione della Cina continentale, infatti, si registrano contagi anche in Vietnam, Singapore, Corea del Sud, Giappone e Taiwan. Le autorità di questi Paesi hanno confermato la diffusione del virus sul proprio territorio nazionale, che ha colpito anche gli Stati Uniti.

L’Organizzazione mondiale della Sanità non ha ancora classificato l’evento come “emergenza internazionale”, in parte per il basso numero di casi confermati. Ma il direttore generale della struttura, dott. Tedros Adhanom Ghebreyesus, spiega che “presto la decisione potrebbe essere presa”.

La crisi sanitaria non è l’unica causa di problemi nel corso delle celebrazioni per il Capodanno. In Corea del Sud ha fatto molto scalpore un sondaggio nazionale, pubblicato oggi da tutti i giornali locali, dal quale si evince che più del 59% della popolazione teme “lo stress provocato dalle festività”. L’idea di doversi spostare per raggiungere la famiglia – tema fondamentale del Nuovo Anno – spaventa i lavoratori sudcoreani: il 34,1% degli intervistati ha confermato di voler festeggiare da soli.

Il Giappone ha confermato le celebrazioni pubbliche per il Capodanno, ma ha rafforzato i controlli negli aeroporti e nelle stazioni. Inoltre, diverse municipalità nipponiche hanno “pregato” i cittadini che presentano febbre o malori di vario tipo di “recarsi in ospedale o rimanere in casa, dopo aver contattato un medico”. Per il momento, non sono state ordinate restrizioni particolari negli altri Paesi asiatici toccati dal coronavirus.

Nella tradizione asiatica, il topo era associato ad abbondanza, fertilità, speranza e opportunità. Per secoli, il roditore è stato visto e descritto come un febbrile lavoratore: esso immagazzina cibo per i tempi duri e con tenacia riesce a uscire da situazioni difficili grazie alla propria caparbietà. Negli ultimi 300 anni, tuttavia, lo stesso animale ha iniziato a essere incluso fra quelli considerati malvagi. Associato a luoghi sporchi e insalubri, è stato scacciato ed è sparito dalle favole nazionali.

Nella simbologia cristiana, spiega p. Giorgio Pasini (missionario del Pime a Hong Kong), il topo “è tra gli animali satanici per eccellenza. Come divoratore di provviste, il topo si è valso la reputazione di ladro ed è diventato quindi simbolo del furto oltre che del peccato, quale abitatore di luoghi sporchi, oscuri e dei rifiuti, ovvero spazi negati alla luce”.

Nell’Antico Testamento, continua, “i topi sono considerati animali impuri (Lv 11, 29-35) e il cristianesimo li eguaglia al diavolo come divoratore. Questo piccolo mammifero, infatti, per la sua tendenza a rosicchiare tutto, dal cibo, agli oggetti di carta, dal mobilio ai fili elettrici, agli indumenti e così via, è stato sempre considerato indice di eventi nefasti. Nell’arte cristiana è frequente il tema del topo che rode le radici dell’albero della vita”.

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