L’Andhra Pradesh approva le quote riservate anche per i dalit cristiani
La risoluzione è passata all’unanimità nell’Assemblea statale. La legge è sostenuta anzitutto dal Chief minister Chandrababu Naidu. La norma che esclude dai posti riservati i convertiti al cristianesimo risale al 1950. Segretario nazionale dell’Ufficio per i dalit della Conferenza episcopale: “È un grande sostegno alla nostra causa”.
Hyderabad (AsiaNews) – Il governo statale dell’Andhra Pradesh ha approvato una risoluzione che estende le quote di posti riservati nelle scuole e negli impieghi pubblici anche ai dalit cristiani. Si tratta di una straordinaria eccezione nel panorama indiano, dove a essere tutelati dalla Costituzione sono solo i membri indù, buddisti e sikh delle caste svantaggiate. Oltretutto di recente il Parlamento nazionale ha concesso un 10% di quote ai poveri delle caste alte, suscitando un ampio dibattito nel Paese. Ad AsiaNews p. Z Devasagayaraj, segretario nazionale dell’Ufficio per i dalit e le caste svantaggiate della Conferenza episcopale indiana (Cbci), afferma: “Questa risoluzione è davvero importante. La maggior parte dei dalit cristiani vive in Andhra Pradesh e Tamil Nadu. Se il Chief minister sostiene una simile iniziativa, dà alla nostra causa un grande sostegno. Sarà lui, insieme ad altri partiti regionali, a giocare un ruolo determinante nella formazione del prossimo governo indiano”.
La risoluzione è stata approvata all’unanimità dall’Assemblea statale il 6 febbraio. A introdurla in aula, lo stesso Chief minister Chandrababu Naidu, che più volte in passato aveva assicurato ai cristiani delle classi più povere di voler supportare le loro richieste. In via formale, la legge chiede al Parlamento indiano di accordare anche ai dalit cristiani lo status di “Scheduled Castes”, cioè caste svantaggiate. Ora la decisione finale passa ai deputati di Delhi.
Dal punto di vista legale, in India i dalit cristiani sono esclusi dai vantaggi concessi ai fuori casta delle altre comunità religiose. Come prevede la Costituzione, il sistema delle quote è stato istituito nel tentativo di correggere le pratiche discriminatorie basate sull’appartenenza di casta. Infatti in passato le caste elevate consentivano ai dalit solo l’impiego in lavori umili e degradanti, come la raccolta manuale dei rifiuti o lo smaltimento delle carcasse delle vacche morte (che invece in vita sono considerate sacre e quindi venerate dai fedeli indù).
La legge che esclude gli ex intoccabili cristiani – ma anche i musulmani – dalle forme di tutela è un Ordine presidenziale del 1950. Da parte sua, la Chiesa indiana ha sempre protestato contro questa “vergognosa” forma di discriminazione nei confronti dei convertiti al cristianesimo e si è battuta a più riprese per l’estensione del diritto di studio e di lavoro anche alle classi più povere della società.
In conclusione p. Devasagayaraj spiega che “dipende dal governo centrale includere o meno i dalit cristiani nei programmi di affirmative action [strumento politico che serve a promuovere la partecipazione di settori discriminati della popolazione, ndr]. Tuttavia i governi statali possono fare delle raccomandazioni. Al momento, già sei Stati hanno presentato queste proposte. Ora arriva anche quella dell’Andhra Pradesh. Ciò vuol dire che lo Stato sosterrebbe la legge [che include i dalit cristiani], se essa fosse presentata in Parlamento”.