22/02/2016, 12.09
CINA
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L’Ue attacca Pechino: La sovrapproduzione industriale è fuori controllo

Un rapporto della Camera di Commercio dell’Unione Europea in Cina punta il dito contro l’industria pesante del colosso asiatico: sta creando “danni enormi” all’economia globale, con la produzione di acciaio “del tutto scollegata” dalla domanda del mercato internazionale. In effetti, il dragone sforna più metallo di quanto ne producano i quattro maggiori esportatori messi insieme.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La sovrapproduzione dell’industria pesante cinese sta creando “danni enormi” all’economia globale, con la produzione di acciaio “del tutto scollegata” dalla domanda del mercato internazionale. Il gigante asiatico sforna infatti più metallo dei quattro maggiori esportatori mondiali – Giappone, India, Stati Uniti e Russia – messi insieme. Lo denuncia un rapporto della Camera di Commercio dell’Unione Europea in Cina.

Il problema riguarda anche la produzione dell’alluminio, che comunque vede il 60% delle industrie collegate colpite da un flusso di cassa in negativo. Inoltre, in soli due anni, dicono gli esperti europei, la produzione cinese di cemento ha raggiunto l’intera produzione americana del XX secolo. Joerg Wuttke, presidente della Camera, commenta: “La Cina non ha seguito i passi compiuti nell’ultimo decennio per fermare la sovrapproduzione”.

La questione ha prodotto delle serie tensioni commerciali fra la seconda economia al mondo e le nazioni sviluppate che l’accusano di scaricare i prodotti in eccesso sui loro mercati. L’Unione Europea ha lanciato questo mese diverse inchieste sull’acciaio cinese, e il Commissario al commercio Cecilia Malmstroem ha dichiarato: “Non permetteremo una competizione scorretta fatta di importazioni a basso costo che minacciano la nostra industria”.

All’inizio di febbraio, il colosso del settore – il belga Arcelor Mittal – ha accusato la Cina di aver provocato una perdita nel settore pari a 8 miliardi di dollari nel 2015, in un periodo storico in cui migliaia di posti di lavoro vengono tagliati nel mondo dell’acciaio. E il 15 dello stesso mese migliaia di operatori del settore hanno “invaso” Bruxelles per chiedere alla Commissione europea di fermare l’invasione dei prodotti cinesi.

Tuttavia anche molte industrie cinesi nel settore hanno perso o stanno perdendo denaro: Pechino ha annunciato un piano economico per tagliare la produzione di 150 milioni di tonnellate nei prossimi cinque anni.

Ora il governo cinese spera di assorbire la propria sovrapproduzione vendendo i prodotti in eccesso ai mercati dell’Asia centrale e del Medio Oriente, all’interno del piano “One Belt, One Road” lanciato da Xi Jinping e considerato un “erede” dell’antica Via della Seta. Tuttavia, secondo Wuttke, questi mercati “non sono abbastanza grandi da assorbire l’acciaio in eccesso. È un progetto del tutto sballato, perché non affronta in alcun modo la questione reale”.

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