18/05/2016, 13.57
MALAYSIA
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Kuala Lumpur revoca il passaporto a chi critica il governo

L’esecutivo ha deciso di privare del documento gli oppositori per “tutelare l’immagine dello Stato”. Il 15 maggio la leader del movimento Bersih è stata bloccata in aeroporto. Secondo gli attivisti è l’ennesimo tentativo del premier Najib Razak – al centro di uno scandalo finanziario – di mettere a tacere ogni tipo di avversario: “La Malysia si sta trasformando in uno Stato di polizia”.

 

Kuala Lumpur (AsiaNews) – Chiunque discrediti o metta in ridicolo l’operato del governo potrà essere privato del passaporto e del diritto di viaggiare all’estero per almeno tre anni. Coloro che criticano le autorità da un Paese straniero verranno bloccati in Malaysia per tre anni al loro ritorno. Sono le misure decise dall’amministrazione di Kuala Lumpur e riportate da una fonte del quotidiano locale The Star. Secondo la fonte le leggi sono attive già da qualche mese. Attivisti e oppositori politici considerano la decisione l’ennesimo tentativo del premier Najib Razak – al centro di uno scandalo finanziario – di mettere a tacere ogni tipo di avversario.

Sakib Kusmi, direttore generale dell’Immigrazione, ha confermato la notizia aggiungendo che il possesso del passaporto non è un diritto del cittadino ma un privilegio concesso dallo Stato.

Il 15 maggio scorso, attivisti e avvocati per i diritti umani hanno protestato contro il governo dopo la decisione delle autorità di impedire a Maria Chin Abdullah, presidente della Coalizione per elezioni oneste e pulite (Bersih), di recarsi in Corea del Sud. Il movimento chiede con forza le dimissioni del premier Najib, sul quale pende il sospetto di corruzione e di essersi appropriato di 681 milioni appartenenti ad un fondo di investimenti statali, l’1MDB.

A luglio 2015 un’inchiesta del Wall Street Journal ha rivelato milioni di dollari depositati in un conto privato riconducibile al Primo Ministro. Mohamed Apandi Ali, procuratore generale, ha dichiarato che le indagini hanno rivelato che “i fondi non sono una forma di mazzetta o corruzione” ma provengono dalla famiglia reale saudita. Lo scorso agosto, il gruppo Bersih ha organizzato un’imponente manifestazione per le vie di Kuala Lumpur, in cui almeno 250mila persone hanno chiesto le dimissioni di Najib. In risposta, il Primo ministro ha fatto bloccare il sito del gruppo e di altri movimenti critici.

Secondo Tony Pua, deputato del Democratic Action Party, l’atteggiamento del governo mostra “una mancanza di trasparenza e di responsabilità che indicano una classe dirigente intenta solo ad abusare del proprio potere per reprimere i critici e i dissidenti”. Il politico giudica le misure restrittive sui passaporti “una prova che la Malaysia si sta trasformando in uno Stato di polizia”. 

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