Kuala Lumpur, si è dimesso il premier Muhyiddin Yassin
Fallito anche l'estremo tentativo di ottenere una fiducia bipartisan, il capo del governo malese ha rassegnato il mandato nelle mani del re che aveva voluto la riapertura del parlamento. Decisiva la sfiducia dell'Umno - il partito che per 60 anni ha guidato il Paese - ma anche la cattiva gestione della pandemia.
Kuala Lumpur (AsiaNews) - Il governo malese guidato da Muhyiddin Yassin si è dimesso. In mattinata, il premier aveva tenuto una riunione di gabinetto prima di presentarsi davanti al sovrano Abdullah Ri'ayatuddin che ha accolto le dimissioni nominando lo stesso Muhyiddin Yassin primo ministro ad interim. La crisi politica malese si trascina da tempo, ma si è intensificata in questo mese mostrando non solo la fragilità della coalizione di governo ma anche in generale della politica malese, minata dalla necessità di bilanciare troppi elementi. Evidenziato anche il contrasto tra la politica e l’autorità del sovrano al quale la Costituzione affida un ruolo di controllo spesso poco tollerato o considerato.
Al centro di questa ennesima crisi che mette fine a un esecutivo in carica dal primo marzo 2020, il ritiro del sostegno da parte di numerosi parlamentari del United Malays National Organisation (Umno), per un sessantennio dall’indipendenza di fatto arbitro del Paese e ora fortemente ridimensionato e costretto a partecipare a una fragile coalizione di governo. Un ritiro che ha cancellato di fatto la risicata maggioranza della coalizione al potere, avviando una crisi che il premier non ha voluto riconoscere. Prima ha cercato di evitare la riapertura del parlamento in sessione speciale chiesta dal re per questo mese di agosto; fallendo, ha poi deciso di mettere in gioco la sua legittimità a governare chiedendo la fiducia del parlamento. Una mossa disperata: in una apparizione televisiva venerdì ha chiesto un voto bipartisan a favore. Ma il principale partito di opposizione, il Pakatan Harapan, ha risposto chiedendo le dimissioni immediate, data ormai l’ammissione dell'impossibilità ad avere il sostegno della maggioranza dei deputati della Camera bassa.
Muhyiddin, che è presidente del Bersatu, primo partito della coalizione governativa, ha incassato ancora una volta il “no” dell'Umno che in un comunicato lo ha definito “persona che non gode più di legittimità” e bollando la sua apparente disponibilità al dialogo come “un aperto tentativo di corruzione”.
Sulla fine del governo Muhyiddin ha pesato la gestione poco incisiva della pandemia, ma anche la sua debolezza di fondo, come premier di compromesso. Sicuramente, in un Paese fiaccato dalla crisi, con 1,5 milioni di contagi su 32 milioni di abitanti e 12.500 morti, non l’ha aiutato essersi messo in rotta di collisione con il sovrano che ha rivendicato la propria autorità giuridica oltre che morale.