Kashmir, sale a 44 il bilancio delle vittime. Islamabad condanna l’attentato
L’attentatore sarebbe un fondamentalista locale del gruppo islamico pakistano Jaish-e-Mohammad. Una nota ufficiale del governo pakistano respinge ogni “insinuazione di collegamento” di Islamabad con l’incidente. A Bandra una messa in ricordo dei soldati morti.
Srinagar (AsiaNews) – E' salito a 44 morti il bilancio dei soldati vittime della violenta esplosione di ieri nel Kashmir indiano, a pochi chilometri da Srinagar. Si tratta del più grave attacco mai compiuto contro il personale dell’esercito dell’Unione indiana. La strage è stata subito rivendicata dal Jaish-e-Mohammad (JeM), un gruppo fondamentalista pakistano. Da tempo l’India ne chiede all’Onu l’inserimento nella lista dei gruppi che sostengono il terrorismo, ma la condanna ufficiale non è mai arrivata a causa dell’opposizione della Cina, alleata del Pakistan.
Per questo oggi il premier Narendra Modi è tornato a chiedere sanzioni contro i militanti capeggiati da Masood Azhar e continua a puntare il dito su Islamabad come “sponsor del terrorismo internazionale”. Da parte sua, con una nota ufficiale il ministero pakistano degli Esteri definisce l’attacco una “fonte di grave preoccupazione” e respinge le ricostruzioni fatte dalla stampa indiana che ipotizza legami tra il governo pakistano e gli attentatori. “Abbiamo sempre condannato – si legge nella dichiarazione – gli atti di violenza in tutto il mondo. Respingiamo con forza ogni insinuazione di elementi nei media e nel governo indiano che tentano di collegare l’attacco al Pakistan, senza aver effettuato alcuna indagine”.
Per ora le uniche informazioni certe è che l’incidente è avvenuto nel distretto di Pulwama, sull’autostrada Srinagar-Jammu, che di solito è sottoposta a rigidi controlli. Anche lo spostamento di un convoglio così numeroso è un’eccezione, dovuta con ogni probabilità alla neve che nei giorni scorsi ha bloccato il traffico su quel tratto di strada.
Anche la dinamica dell’attacco è incerta: non è chiaro se l’attentatore abbia guidato la macchina carica d’esplosivo contro uno dei pullman delle forze paramilitari (Central Reserve Police Force), o se abbia azionato il detonatore al passaggio dei mezzi. Ad ogni modo, l’esplosione è stata tanto violenta da sciogliere la carrozzeria del camion. Gli investigatori hanno sciolto qualche riserva solo sul nome dell’attentatore del JeM: si tratterebbe di Adil Ahmad Dar, conosciuto con il nome di battaglia “Waqas Commando” e residente nel distretto di Pulwama.
Il Kashmir è tra le questioni più controverse del Paese. Territorio al confine con il Pakistan, esso è conteso dalle due nazioni fin dalla spartizione dell’ex impero britannico, avvenuta nel 1947. I numerosi tentativi di stabilire l’indipendenza e un conflitto latente hanno provocato decine di migliaia di morti, di cui la maggior parte tra i civili. L’ultimo periodo in cui la contesa si è riaccesa è stato il 2016, quando le forze di sicurezza hanno ucciso il famoso separatista Burhan Wani. Da quel momento lo scontro tra ribelli e militari ha portato alla morte di 500 persone solo nel 2018.
Oggi a Bandra (vicino Mumbai), si è svolta una messa in ricordo delle vittime e dei familiari nella basilica di Nostra Signora del Monte. Mons. John Rodrigues, rettore della basilica, ha utilizzato le “preghiere per la pace” tratte dal messale romano.
(Ha collaborato Nirmala Carvalho)
16/02/2019 08:00
07/03/2019 09:00