06/04/2018, 11.49
MYANMAR
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Kachin, i ribelli annunciano un’offensiva militare contro l’esercito

Il Kachin Independence Army (Kia) intende riconquistare le miniere d’oro e ambra perdute nella recente offensiva delle forze governative. Migliaia di minatori e le loro famiglie sono intrappolati all'interno di zone di guerra a Tanaing e Sumprabung. Dal 2011, il conflitto ha causato centinaia di morti ed oltre 100mila sfollati.

Naypyitaw (AsiaNews/Agenzie) – I ribelli del Kachin Independence Army (Kia), esercito etnico della minoranza Kachin nell’omonimo Stato settentrionale, annunciano una nuova offensiva contro il Tatmadaw [l’esercito birmano, ndr] nella regione mineraria della Hukawng Valley, nei pressi della città di Tanaing. In un comunicato diffuso ieri dal 14mo Battaglione, il gruppo armato intima ai lavoratori delle miniere illegali di oro ed ambra di abbandonare l’area, che intende disseminare con cariche esplosive e dove condurrà azioni di guerriglia a partire dal prossimo 10 aprile. Nella nota, i ribelli citano in particolar modo le miniere di Shaduzup, Nam Byu, Nam Kawn, Tungmani, Dagum e Daba. “Il Kia non vuole che civili rimangano feriti a causa dei combattimenti", dichiara il col. Naw Bu, portavoce del gruppo armato e della sua ala politica, la Kachin Independence Organization (Kio).

L'ultima serie di scontri armati è iniziata lo scorso gennaio, quando le forze governative hanno lanciato diversi attacchi aerei a Tanaing, area controllata dal Kia, che fa affidamento sulle sue risorse naturali come fonte di reddito e riscuote una tassa sugli operatori minerari. L'esercito del Myanmar accusa i ribelli Kachin di sfruttare in maniera illegale le risorse della regione e di incassare denaro che spetta allo Stato. A febbraio, i generali hanno richiesto invano che il Kia spostasse la base del 14mo Battaglione ed altre unità dalla regione di Tanaing, dove ritenevano il Kio stesse conducendo affari illeciti.

I ribelli respingono le accuse ed il col. Naw Bu afferma: “Il Kia ha compagnie minerarie di oro e ambra che operano con regolari permessi. Negli ultimi anni, le forze governative si sono impossessate di tutte le miniere d'oro e ambra ed hanno chiesto alle persone di lavorarci. Vi sono sempre colonne dell'esercito nella zona del 14mo Battaglione”. Esso ha abbandonato l’area sotto il suo controllo nella seconda settimana di marzo, costretto alla ritirata dalle maggiori forze del Tatmadaw. “Queste sono nostre aree ed intendiamo riconquistarle”, afferma il colonnello. Il Kia denuncia che il Tatmadaw abbia intensificato le operazioni militari, nella speranza di ottenere il controllo del territorio prima della prossima sessione della Conferenza di pace promossa dalla leader democratica Aung San Suu Kyi e prevista per maggio 2018.

Le recenti ostilità hanno costretto migliaia di minatori e le loro famiglie a fuggire dalla zona o li hanno intrappolati all'interno di zone di guerra nei pressi di Tanaing e nella cittadina di Sumprabung. Gli sfollati affrontano carenza di cibo ed acqua, poiché i blocchi stradali disposti dalle autorità impediscono loro di lasciare l'area ed alle organizzazioni umanitarie di portare aiuti umanitari ai civili.

Confinante con Cina ed India, lo Stato Kachin è stato scosso da una ripresa del conflitto tra esercito e ribelli nel 2011, quando è fallito un accordo bilaterale di cessate il fuoco durato 17 anni. Gli scontri hanno causato centinaia di morti ed oltre 120mila sfollati, molti dei quali cristiani, che vivono ancora in condizioni disperate nei diversi campi profughi della regione. I rappresentanti delle forze armate del Myanmar hanno tenuto colloqui informali con i leader del Kia il primo febbraio scorso nello Yunnan, provincia sud-occidentale della Cina, ma i continui attacchi hanno reso vani gli sforzi per porre fine alle ostilità.

Il Kia è una delle numerose milizie con cui il governo civile guidato da Aung San Suu Kyi sta cercando di porre fine a decenni di guerra civile, attraverso una serie di negoziati di pace lanciati nell'agosto 2016. Il Kio non ha tuttavia ancora firmato l'accordo di cessate il fuoco a livello nazionale del governo che 10 degli oltre 20 eserciti etnici del Paese hanno sottoscritto dall'ottobre 2015.

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