15/06/2024, 09.56
AFGHANISTAN
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Kabul: il divieto all’istruzione dei talebani alimenta il dramma delle spose bambine

Secondo UN Women i matrimoni infantili sono aumentati del 25% dall’ascesa degli studenti coranici. Di fronte al rischio di vederle sposate con un combattente le famiglie scelgono di combinare le nozze. I sogni spezzati di Amina e Musal, e la crisi “umanitaria, educativa e professionale” di un’intera nazione. 

Kabul (AsiaNews) - Amina (il nome è di fantasia) stava frequentando le scuole medie quando i talebani sono saliti al potere in Afghanistan, privandola dopo poche settimane del diritto all’istruzione in seguito alla norma che ha vietato la frequenza alle scuole per le bambine e ragazze al di sopra dei 12 anni. Una decisione che, come racconta un reportage di Radio Free Europe (Rfe/Rl), che ha nascosto la vera identità per motivi di sicurezza), ha interrotto il suo sogno di proseguire il percorso scolastico e gettare le basi per un futuro lavorativo. Da qui la scelta della famiglia originaria della provincia centrale di Maidan, alcuni mesi più tardi, di costringerla alle nozze dandola in sposa - bambina - a un uomo di 37 anni.

Amina è rimasta “traumatizzata e malata” quando le è stato comunicato il piano della famiglia, che “ha rischiato - come racconta lei stessa, oggi 16enne - la rovina economica dopo la presa di potere dei talebani” Il marito ha pagato un “walwar” - una tassa prematrimoniale data ai genitori della futura sposa - che ammonta a circa 12mila dollari, una prassi comune in Afghanistan e che rappresenta un incentivo per i genitori a far sposare le figlie in giovane età.

Amina è tra le migliaia di minorenni costrette alle nozze dalla caduta del governo sostenuto dall’Occidente nell’agosto 2021, mentre il bando talebano all’istruzione ha causato un picco di matrimoni precoci e infantili, in un quadro di crisi umanitaria, educativa e professionale. Come lei Musal (anche per lei il nome è di fantasia) aveva 15 anni quando la famiglia l’ha promessa in sposa ad un uomo più anziano. Oggi 17enne, la ragazza sognava di diventare medico ma è finita in moglie dietro costrizione dei genitori che, spesso, preferiscono combinare le nozze di fronte al rischio di vederle unite ad un combattente talebano, alternativa che considerano ben peggiore. 

Secondo UN Women, l’agenzia Onu per l’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile, i matrimoni infantili sono aumentati di circa il 25% dall’ascesa degli studenti coranici.

Il dramma delle spose bambine è direttamente collegato all’emergenza scuola e alla decisione presa dai talebani, all’indomani della loro ascesa al potere, di vietare la scuola alle bambine al di sopra dei 12 anni. Una decisione che ha portato oggi ad almeno 1,5 milioni di studentesse che si vedono negato il diritto all’istruzione, lasciandole prive di speranza per il futuro. In concomitanza con la “data simbolica” di mille giorni - e tre miliardi di ore di lezione - di scuola persi per le giovani, l’Unicef ha lanciato un appello alla comunità internazionale avvertendo che “nessun Paese può progredire” quando “metà della sua popolazione viene lasciata indietro”. E per poter studiare deve ricorrere a “scuole segrete” a rischio della vita.

Catherine Russell, direttrice generale del fondo Onu per l’infanzia, spiega che “per 1,5 milioni di ragazze questa esclusione” non costituisce solo una “palese violazione” del diritto all’istruzione, ma comporta “opportunità sempre più scarse e un deterioramento della salute mentale”. “I diritti dei bambini, soprattutto delle ragazze” non possono essere “ostaggio” di politiche o di visioni legate all’ideologia, aggiunge l’esperta, secondo cui “le loro vite, il futuro, le speranze e i sogni sono in bilico”. L’istruzione, conclude, “non fornisce solo opportunità, ma protegge anche le ragazze dalla piaga dei matrimoni precoci” per questo lancia un appello perché “tutti” i bambini e giovani, a prescindere dal sesso, possano “riprendere immediatamente a studiare”.

Una preoccupazione condivisa anche dagli attivisti di Human Rights Watch (Hrw), secondo cui la società afghana e il Paese stesso non si potranno riprendere “mai del tutto” per la perdita di un numero così consistente di future professioniste. E questo vale a maggior ragione in una nazione in cui era già presente un basso tasso di alfabetizzazione giovanile, e femminile, con i talebani che vengono accusati dall’Onu di imporre una sorta di “apartheid di genere” e il loro governo un “cimitero di speranze sepolte”. Ecco perché alcune di loro, le più coraggiose o comunque quante non si rassegnano alla realtà attuale, si rivolgono a scuole “clandestine” e nascoste agli studenti coranici; l’obiettivo è quello di poter ricevere un minimo di istruzione, rischiando per questo la loro vita in strutture con “risorse limitate” per insegnanti e materiale.  

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