02/09/2019, 08.52
IRAN - ISRAELE
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Judo, mondiali: campione iraniano perde ‘di proposito’ per evitare israeliano in finale

Alte cariche della Repubblica islamica hanno esercitato pressioni sul campione in carica Saeid Mollaei. L’atleta ha perso semifinale e finale per la medaglia di bronzo. Già in passato campioni iraniani hanno perso le proprie sfide per evitare di incontrare rivali israeliani. Possibili sanzioni dalla Federazione internazionale. 

Teheran (AsiaNews/Agenzie) - Pressioni da alte cariche di governo iraniane, per perdere la semifinale e la successiva finale per il terzo e quarto posto. Lo scopo? Evitare di incontrare in finale un atleta israeliano. È quanto ha raccontato ieri il campione del mondo 2018 di judo nella categoria 81 kg Saeid Mollaei, di nazionalità iraniana, confermando alcune voci emerse già nei giorni scorsi al termine dei suoi combattimenti. 

“Ho perso di proposito, al 100%” ha affermano il 27enne judoka a Iran International, una catena di informazione legata all’opposizione interna e con sede a Londra. “Mi hanno chiamato prima (Reza) Salehi Amiri [presidente del Comitato olimpico iraniano] e poi (Mohammad Reza) Davarzani [ministro aggiunto dello Sport]. Entrambi mi hanno detto di non combattere. Ma fai in modo che la Federazione internazionale non se ne accorga - ha aggiunto Mollaei - e non ci saranno problemi”. 

La gara si è poi conclusa con la vittoria in finale dell’israeliano Sagi Muki. Per rendere credibile la sconfitta in semifinale, il campione iraniano ha perso anche di misura la sfida per la medaglia di bronzo. Una sconfitta, quella nella finale di consolazione, anche per scongiurare l’ipotesi di condividere il podio con il rivale israeliano e da un gradino più basso. 

Una analoga versione dei fatti su quanto è avvenuto ai campionati del mondo l’ha fornita anche il capo allenatore della squadra israeliana Moshe Fonti. Interpellato dal Times of Israel, egli ha dichiarato che “agenti dei servizi iraniani” hanno incontrato il judoka per “avvertirlo” di perdere le sfide ancora in programma. 

Del resto quanto è avvenuto non è un fatto nuovo: nel 2017 l’allenatore della judoka Alireza Karimi era stato sorpreso a urlare “devi perdere” alla propria atleta, per evitare la successiva sfida con un israeliano. E lo scorso febbraio, nei quarti di finale di un torneo a Parigi, lo stesso Mollaei (campione del mondo in carica) si era fatto battere da un modesto kazako dopo soli 18 secondi. La ragione? Al turno successivo, in semifinale, avrebbe dovuto incontrare l’israeliano Sagi Muki. 

Originario di Teheran, Mollaei ha lasciato Tokyo dove si è svolta la rassegna iridata e al momento si trova a Berlino, in Germania. “Sono qui - ha spiegato - da qualche giorno. Non stavo bene, perché una medaglia mondiale è il sogno di ogni atleta. Mi sono rifugiato qui per evitare clamori e ho chiesto alla Federazione internazionale di aiutarmi a partecipare ai Giochi olimpici” di Tokyo 2020. Una richiesta che ha già incontrato un parere favorevoli dei massimi organismi dello sport, che si riservano di valutare sotto quale bandiera farlo gareggiare. 

Il judoka ha concluso l’intervista dicendosi “dispiaciuto” per non poter più gareggiare (con tutta probabilità) con la compagine nazionale. Dal canto suo, l’agenzia semi-ufficiale iraniana Farsa ha accusato Mollaei di aver pianificato la propria defezione “con l’aiuto di qualcuno” nel Paese. Nel frattempo la Federazione internazionale sta valutando possibili sanzioni contro l’Iran per aver esercitato pressioni - se non intimidazioni - contro il judoka e la sua famiglia. 

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