01/08/2007, 00.00
FILIPPINE
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Jovito Salonga insignito del “Nobel asiatico”

di Santosh Digal
L’ex presidente del Senato e strenuo oppositore del dittatore Marcos fra i sette vincitori dell’edizione 2007 del premio “Ramon Magsaysay”, per le sue battaglie a favore della democrazia e dei diritti umani. Premiato anche un pastore protestante sudcoreano che si dedica alla cura dei non vedenti.

Manila (AsiaNews) – Un politico filippino da sempre in prima linea nella lotta per la democrazia e un pastore protestante sud coreano che ha dedicato la propria vita alla cura dei non vedenti sono tra i sette vincitori dell’edizione 2007 del premio “Ramon Magsaysay”, l’equivalente asiatico del Premio Nobel. Lo hanno annunciato gli organizzatori della manifestazione, aggiungendo che fra i vincitori ci sono anche tre attivisti cinesi per i diritti umani, un giornalista indiano e un ingegnere nepalese per i suoi studi all’avanguardia nel settore delle comunicazioni.

Jovito R. Salonga, 87enne ex presidente del Senato filippino, è stato insignito del prestigioso riconoscimento per la sua lunga battaglia per la democrazia nel Paese, per l’onestà e la competenza dimostrate e la compassione verso i più poveri: ideali che non era certo facile riscontrare in uomini politici al tempo del dittatore Marcos, osteggiato da Salonga per le palesi violazioni dei diritti umani e la corruzione dilagante. L’ex presidente del Senato fu anche vittima di un attentato durante una manifestazione di piazza nel 1971, un anno prima che Marcos dichiarasse la legge marziale; egli fu anche incarcerato per un breve periodo nel 1980 prima di essere esiliato per 4 anni negli Stati Uniti. Salonga tornò nelle Filippine un anno prima della “rivolta popolare” che nel 1986 pose fine alla dittatura; mise quindi da parte le proprie aspirazioni politiche per garantire pieno appoggio a Corazon Aquino, l’icona della lotta per la democrazia nel Paese. Gli organizzatori hanno voluto sottolineare la “rara autorevolezza morale, per un uomo che ha sempre messo in pratica quello che ha predicato”.

Al reverendo sud coreano Kim Sun-tae, 66 anni, è stato assegnato il riconoscimento nel settore del sociale per il suo lungo servizio presso un ospedale specializzato nella cura dei non vedenti. Egli perse la vista in seguito ad un colpo di mortaio durante gli anni della guerra fra le due coree, ma imparò in fretta il linguaggio dei non vedenti e diede vita ad una serie di attività a favore delle persone colpite dalla stessa menomazione. La chiesa presbiteriana coreana lo ha nominato direttore delle missioni evangeliche per ciechi e nel 1997 fondò il più vasto e attrezzato centro di istruzione e di riabilitazione per ciechi. Grazie al suo impegno oltre 20mila persone hanno ricevuto un trattamento chirurgico gratuito, mentre sono circa 200mila i pazienti curati all’interno del centro.

Ecco di seguito gli altri vincitori:

Mahabir Pun, 52 anni nepalese, è stato premiato per le innovative ricerche nel campo informatico: in particolare per lo sviluppo di una rete wireless che ha permesso di mettere in comunicazione fra loro scuole e villaggi in aree isolate del Paese.

Palagummi Sainath, 50 anni giornalista indiano, per i suoi reportage sulla condizione di povertà delle aree rurali, una realtà spesso “dimenticata” dai media in India.

Tang Xiyang, 77enne leader del movimento ambientalista cinese, per aver sensibilizzato i concittadini sui temi dell’ecologia e della salvaguardia della natura.

Infine Chung To e Chen Guangcheng, anch’essi cinesi, rispettivamente per aver dato vita a una serie di progetti a sostegno dei figli di genitori malati di AIDS e per aver difeso i diritti di contadini e agricoltori delle aree povere del Paese.

I premi verranno consegnati il prossimo 31 agosto a Manila nel corso di una cerimonia ufficiale: ai vincitori andranno una medaglia, un attestato e una somma in denaro.

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