09/05/2019, 07.31
INDIA
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Jharkhand, prete condannato per stupro. Suora lo difende: è un attacco ai cristiani

di Nirmala Carvalho

La violenza è avvenuta il 19 giugno 2018 nel villaggio di Kochang, distretto di Khunti. Le vittime sono state aggredite mentre si recavano nella scuola diretta da p. Aind. Il procuratore generale: “È lui che ha pianificato il crimine”. Ma suor Julia smentisce: “Non era previsto che le ragazze fossero lì”.

Mumbai (AsiaNews) – Le autorità giudiziarie hanno condannato al carcere il sacerdote gesuita p. Alphonse Aind, ritenuto colpevole in un controverso caso di sequestro e stupro, avvenuto nel giugno 2018 nello Stato di Jharkhand. Suor Julia George, delle Orsoline di Ranchi, critica la sentenza e accusa: “È un’ingiustizia totale. Tutto questo è un preciso attacco al lavoro missionario dei cristiani”. Le vittime della violenza sono cinque attiviste di una Ong gestita dal suo ordine. Insieme a p. Aind, sono finite dietro le sbarre altre cinque persone. Libero su cauzione dallo scorso 14 marzo, il gesuita è stato preso in custodia subito dopo il verdetto, emesso due giorni fa. Sushil Jaiswal, procuratore generale nel processo, dichiara: “È lui che ha pianificato il crimine”. La Conferenza episcopale indiana (Cbci) ha sempre respinto come “false” le accuse mosse al sacerdote.

Lo stupro è avvenuto lo scorso 19 giugno nel villaggio di Kochang, distretto di Khunti. Qui le vittime dovevano partecipare ad un raduno contro il traffico di esseri umani e alla recita di un gruppo di artisti. Le attiviste – quattro ragazze e una donna – facevano parte dell’Ong “Asha Kiran” (Raggio di speranza) [un centro di recupero gestito dalle suore Orsoline a Fudi, circa 20 km da Ranchi – ndr]. Esse sono state accerchiate da uomini con il volto coperto mentre si dirigevano verso la scuola annessa alla chiesa del Sacro Cuore, di cui è parroco p. Aind. Sotto la minaccia delle armi, le vittime sono state sequestrate e costrette a seguire i rapitori nella giungla. Lì hanno subito una violenza di gruppo.

Il 22 giugno, la Commissione nazionale delle donne (Ncw) ha scritto una lettera al direttore generale della polizia del Jharkhand (Dgp). Il documento sollecitava il funzionario a tenere aggiornata la commissione sulle azioni intraprese dalle autorità riguardo allo stupro. La Ncw comunicava inoltre di aver costituito un gruppo d’inchiesta composto da tre membri, per indagare sul caso e presentare raccomandazioni in merito. In una relazione presentata il 28 giugno, la Ncw ha dichiarato che l'incidente di Khunti sembrava essere “programmato” ed “eseguito in maniera professionale”. La lettera gettava ombre sulla condotta di p. Aind, indicato come parte attiva nel crimine.

Ashwini Sinha, sovrintendente della polizia di Khunti, in quei giorni ha dichiarato alla stampa che p. Aind sarebbe stato uno dei complici, accusandolo di non aver denunciato l’episodio alle autorità. Il funzionario accusava il sacerdote anche di negligenza, per aver consentito al gruppo di donne di uscire in strada insieme alle suore, nonostante la minaccia dei criminali. Per questo il sacerdote è stato arrestato insieme ad altre persone, interrogato e rilasciato dopo aver pagato di persona la cauzione. Gli agenti hanno sottoposto ad interrogatorio anche le coordinatrici della Ong: suor Ranjeeta Kindo e suor Anita Nag.

Suor Julia George, delle Orsoline di Ranchi, commenta: “Questa è totale ingiustizia contro p. Aind. Sono estremamente triste per questo verdetto. Suor Ranjitha non avrebbe dovuto accompagnare gli artisti. Questi l'hanno convinta a fare la strada insieme. Gli attori sono un gruppo di professionisti che mettono in scena spettacoli di strada, per sensibilizzare il pubblico sulla tratta di esseri umani. Dato che nessuno si trovava nei pressi del mercato, designato come luogo del loro spettacolo, suor Ranjitha ha visto la scuola e scoperto che l’edificio ospitava 500 studenti. L’istituto è la scuola media Stockman Memorial, di cui p. Aind è il preside. Così ha proposto che lo spettacolo venisse organizzato lì, all'ultimo minuto e senza preavviso. In quel momento, sono sopraggiunti i cinque stupratori a bordo di moto.  La condanna di p. Aind è una parodia della giustizia”.

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