18/03/2015, 00.00
INDONESIA
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Jakarta invia l’esercito a Poso: cresce la minaccia islamista

di Mathias Hariyadi
Entro fine mese i militari avvieranno una serie di esercitazioni nella città delle Sulawesi centrali. Il motivo ufficiale è "garantire la sicurezza in occasione della regata di settembre". In realtà si vogliono colpire i movimenti terroristi, guidati dal leader jihadista Santoso, attivi nella zona. Ministro indonesiano: presto l’esercito ripristinerà ordine e legalità.

Jakarta (AsiaNews) - L'esercito indonesiano (Tni) ha in programma entro la fine di marzo una serie di esercitazioni - le prime nella zona - concentrate nell'area di Poso, città delle Sulawesi centrali. La conferma arriva dal ministro per le Politiche della sicurezza e gli affari legali Tedjo Edy Purdijatno, secondo cui l'obiettivo è quello di garantire la sicurezza in occasione dell'annuale regata che, quest'anno, si terrà il prossimo settembre nelle acque del golfo di Tomini. Tuttavia secondo analisti ed esperti di politica locale la gara di vela è solo un pretesto, perché dietro le esercitazioni militari vi sarebbe il proposito di sventare la minaccia posta da movimenti terroristi attivi da tempo nella zona.

Alla guida di questi gruppi islamisti vi è il leader jihadista Santoso, da tempo "ricercato numero uno" della polizia nazionale. Egli, assieme ai gruppi militanti che fanno riferimento alla sua leadership, ha trovato rifugio nelle zone montagnose o nelle foreste che circondano la città. 

La situazione relativa alla sicurezza a Poso, nella provincia delle Sulawesi centrali, è tuttora fragile e provvisoria, come conferma ad AsiaNews Lian Gogali, attivista locale per i diritti delle donne. Omicidi, episodi di violenze e terrorismo sono all'ordine del giorno senza che la polizia sia finora riuscita a intervenire e porre rimedio alla situazione. Dal novembre scorso si registra un'escalation di attacchi, sequestri, omicidi di matrice islamista, mutilazioni barbare di corpi.

Secondo quanto riferisce il ministro Purdijatno, la sicurezza "è la nostra principale fonte di preoccupazione" per la presenza di "molti team stranieri" che aderiscono alla manifestazione, che si dovrà svolgere "senza alcun problema". E rispondendo a una domanda sulla situazione nell'area, egli ha aggiunto che "presto" l'intervento dell'esercito riporterà diritto, legalità e pieno controllo nella regione. 

Dal 1997 al 2001 l'isola di Sulawesi e le vicine Molucche sono state teatro di un conflitto sanguinoso fra cristiani e musulmani. Migliaia le vittime delle violenze; centinaia le chiese e le moschee distrutte; migliaia le case rase al suolo; quasi mezzo milione i profughi, di cui 25mila nella sola Poso. Il 20 dicembre 2001 è stata sottoscritta una tregua fra i due fronti - nella zona cristiani e musulmani si equivalgono - firmata a Malino, nelle Sulawesi del Sud, attraverso un piano di pace favorito dal governo.

Tuttavia, la tregua non ha fermato episodi sporadici di terrore che hanno colpito spesso vittime innocenti; fra i vari casi ha sollevato scalpore e indignazione in tutto il mondo l'uccisione di alcuni pastori durante le funzioni del fine-settimana e la decapitazione di tre ragazzine mentre si recavano a scuola, compiuta da estremisti islamici nell'ottobre 2005. 

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