11/09/2006, 00.00
SRI LANKA
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Jaffna, 2 sacerdoti minacciati di morte, abbandonano le parrocchie

di Danielle Vella

I due, anonimi per motivi di sicurezza, sono salvi per miracolo: vitale l'intervento della popolazione, che li ha avvertiti del pericolo. Secondo la Commissione Giustizia e pace, il loro caso e quello dello scomparso p. Brown sono un avvertimento alla Chiesa, affinché interrompa il suo lavoro per la popolazione civile.

Jaffna (AsiaNews) – Due sacerdoti cattolici di Jaffna – nel nord dello Sri Lanka – hanno abbandonato le loro parrocchie perché sono in pericolo di vita. I due temono di incorrere nello stesso destino di p. Jim Brown, scomparso nel nulla il 20 agosto scorso e del quale non si hanno notizie.

La Chiesa di Jaffna afferma che i sacerdoti sono stati minacciati perché continuano a difendere i civili, che pagano il prezzo delle rinnovate ostilità fra l'esercito nazionale ed i guerriglieri delle Tigri Tamil. Alcuni credono che la "sparizione" di p. Brown fosse un avvertimento nei confronti della Chiesa, che dovrebbe abbandonare il suo ruolo di guida nell'ambito della giustizia e dei diritti umani.

Il Centro per la pace e la riconciliazione (Cpr), guidato da cattolici locali con base a Jaffna, sostiene che due sacerdoti – anonimi per motivi di sicurezza – sono stati richiamati nella residenza del vescovo dopo le minacce "ricevute in particolare dalle forza di sicurezza o da coloro che collaborano con queste".

"La vita di questi sacerdoti – dicono al Cpr - è in grave pericolo. Sono accusati semplicemente di essere la voce di chi non ha voce. La sola speranza e consolazione per la gente  è che i sacerdoti sono con loro. Nessuno sarà incoraggiato a parlare a favore della gente se la vita di questi viene messa a rischio".

Secondo il Cpr, uno dei due sacerdoti è accusato di aver registrato una discussione con la polizia a riguardo della sparizione di p. Brown e di Vimalathas, il suo aiutante. L'altro "è scappato per un soffio alla cattura e alla morte. Durante la notte, un furgone bianco è arrivato in parrocchia, ma alcune persone rifugiate in chiesa hanno iniziato ad urlare per avvertire il sacerdote e salvargli la vita. Gli intrusi sono scappati via dopo aver visto radunarsi una folla sul luogo".

La popolazione di Jaffna è ormai pietrificata ogni volta che vede circolare un furgone bianco senza numero di targa: sono una manifestazione del sinistro sistema di oppressione che opera in città, la cosiddetta "quinta forza" (dopo polizia, marina, esercito ed aviazione).

In un rapporto pubblicato all'inizio del mese, la Commissione Giustizia e pace della diocesi scrive che "posti di blocco, ricerche ed arresti sono divenuti molto comuni. Ogni giorno da quattro a otto persone vengono uccise o rapite da sconosciuti. Questi sembrano essere membri delle forze di sicurezza, presenti ovunque, o appartenenti ai loro gruppi di sostegno".

Secondo Giustizia e pace, la Chiesa rappresenta un ostacolo per queste persone perché difende i diritti umani: "Il piano sembra essere quello di eliminare questo ruolo tramite minacce ed intimidazioni, come nel caso della sparizione di p. Brown e del suo aiutante".

Oltre a tale ruolo, la Chiesa è ormai carica anche del lavoro umanitario e di aiuto alla popolazione: le autorità hanno infatti posto restrizioni considerevoli alle Organizzazioni non governative locali, nazionali o internazionali.

La popolazione civile della penisola di Jaffna ha bisogno di ogni aiuto possibile. Dall'11 agosto, dalla ripresa delle ostilità fra le due parti in guerra, essa è rimasta intrappolata fra due fuochi e isolata dal resto della nazione. Oltre 42mila persone sono sfollate ed un numero indefinito è morto. Testimoni affermano che le scorte vitali sono ormai in esaurimento.

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