Israele, Netanyahu cerca l’immunità per sfuggire ai processi e presentarsi alle urne
Con un voto del Parlamento il premier ad interim cercherà di sfuggire ai processi per tre diverse vicende giudiziarie. Sarà necessaria la maggioranza di 61 voti alla Knesset su un totale di 120. Critiche durissime dall’opposizione, che annuncia battaglia per negare l’immunità. Nel Paese restano fratture e divisioni.
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - Per sfuggire ai processi e scampare alle accuse in tre vicende giudiziarie - per corruzione, frode e abuso di ufficio - Benjamin Netanyahu, in carica da un decennio, vuole rivolgersi al Parlamento e chiedere l’immunità. Per il premier ad interim è l’ultima carta da giocare per garantirsi una sopravvivenza a livello politico, nel contesto di una nazione divisa sulla sua figura e in un panorama istituzionale frammentato, tanto che in tre diverse tornate elettorali non ha espresso una maggioranza alla Knesset.
Netanyahu, che ha sempre respinto ogni accusa e attaccato la magistratura, avrebbe bisogno di oltre la metà dei seggi in Parlamento (61 su un totale di 120) per ottenere l’immunità. Tuttavia, è assai probabile che il voto si terrà con la nuova Camera, all’indomani delle elezioni del 2 marzo.
La mossa del leader del Likud, da poco confermato alla guida del suo partito con il 72% dei voti, gli consentirebbe dunque di prendere tempo e ritardare di mesi l’inizio del processo; in questo modo egli potrebbe presentarsi [ancora una volta] come leader forte e unico capace di guidare il Paese di fronte alle minacce esterne alle prossime elezioni politiche di marzo.
In un intervento televisivo, Netanyahu ha sottolineato che la legge sull’immunità è necessaria per “proteggere i rappresentanti del popolo da indagini pretestuose, da incriminazioni di carattere politico” il cui unico obiettivo è quello di “andare contro il volere del popolo”. Egli ha quindi rilanciato le accuse di “caccia alle streghe” di una parte della magistratura, accusando i giudici di “applicazione selettiva” della legge, “fughe di notizie continue e tendenziose” e “lavaggio collettivo del cervello per creare una sorta di tribunale da campo”.
In caso di concessione, l’immunità avrebbe comunque un carattere temporaneo. Netanyahu ha chiuso il suo intervento affermando che al termine intende presentarsi in tribunale “per fare a pezzi” tutte le accuse nei suoi confronti.
Immediata la replica del principale sfidante del premier ad interim, il leader della coalizione centrista “Blu Bianco” Benny Gantz, il quale ha assicurato di voler fare di tutto perché la Knesset [il Parlamento israeliano] non conceda l’immunità. Simile la posizione di Avigdor Lieberman, leader del partito nazionalista Israel Beitenu.
Anche l’attuale crisi politica, con il Paese che andrà per la terza volta in un anno al voto perché nessun leader politico, nemmeno Netanyahu, riesce ad assicurarsi una maggioranza alla Knesset, è legata a doppio filo alla divisiva figura del premier. E da quanto emerge dagli ultimi sondaggi, diffusi in questi giorni a due mesi dalle urne, la situazione non sembra essere cambiata: né la destra del Likud, né il blocco di centro guidato da Gantz sarebbero infatti in grado di formare con facilità un blocco governativo in Parlamento.
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