Iracheni verso la “riconquista” di Ramadi, ma si temono violenze settarie
Baghdad (AsiaNews/Agenzie) – L’esercito iracheno annuncia di aver lanciato un’offensiva mirante a isolare i combattenti dello Stato islamico nella provincia di Anbar, prima di dare il via all’attacco al capoluogo, Ramadi, presa dieci giorni fa dagli jihadisti. “Sono state tagliate tutte le vie di rifornimento da sud”, ha sostenuto Arkan Khalaf al-Tarmuz, un consigliere della provincia.
L’operazione è condotta dalle truppe regolari insieme ai volontari sciiti (nella foto) del gruppo paramilitare Hashed al-Shaabi (mobilitazione popolare). Ma il nome che il gruppo ha dato alla sua operazione sucita timori di scontri religiosi ed è stato apertamente criticato da Washington. Ramadi è infatti al centro di una regione a largissima maggioranza sunnita, mentre gli sciiti hanno denominato la loro operazione "Operation Labaik ya Hussein", che vuol dire ”Siamo al tuo servizio, Hussein”. Il riferimento è al ”fondatore” dello sciismo, l’uccisione del quale, nel 680 da parte dei sunniti della dinastia degli Omayyadi, ha dato inizio alla principale divisione del mondo islamico e alle conseguenti lotte.
Il riferimento è visto quindi non solo come una provocazione, con un richiamo all’Iran sciita, ma anche come una minaccia, visto quanto accaduto a Tikrit, altra città sunnita che, dopo la “riconquista” del marzo scorso ha lamentato violenze e distruzioni da parte dei “volontari” sciiti. Non a caso, il premier iracheno Haider al-Abadi e gli americani hanno esitato a lungo prima di schierare le milizie sciite e l’hanno consentito assicurando che il comando sarebbe stato affidato all’esercito iracheno.
”Disappunto” per la scelta del nome dell’operazione da parte delle milizie sciite è stato espresso dal Pentagono. Ieri un portavoce, il colonnello Steven Warren ha detto che ”non giova”.
30/12/2006