17/08/2010, 00.00
PAKISTAN
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Inondazioni: la Banca mondiale manderà aiuti per 900 milioni

Continua a piovere, i profughi sono ormai 20 milioni. Insufficienti i fondi per gli aiuti immediati, mancano cibo, acqua, medicine, ripari. Elevato il rischio epidemie, specie per i 3,5 milioni di bambini sfollati, si registra il primo caso di colera. I talebani portano aiuti per infiltrarsi nelle zone colpite.

Islamabad (AsiaNews/Agenzie) – La Banca Mondiale (Bm) presterà 900 milioni di dollari al Pakistan, colpito dalle peggiori inondazioni della sua storia. L’acqua ha sommerso intere regioni e causato oltre 20 milioni di profughi bisognosi di tutto e circa 2mila morti accertati.

Le Nazioni Unite ammoniscono che per gli aiuti immediati, per cibo, acqua potabile, ripari e medicinali, occorrono subito almeno 460 milioni di dollari e che finora se ne sono raccolti circa un terzo. Il Pakistan da giorni avverte che non è in grado di dare ai profughi, che sono circa un decimo dell’intera popolazione, nemmeno quanto necessario per la sussistenza immediata: i convogli di aiuti sono stati talvolta assaltati dai profughi, timorosi di non ricevere abbastanza per vivere. Decine di migliaia di persone vivono in ripari precari approntati lungo le strade. Ieri un gruppo di profughi ha occupato un’autostrada per chiedere aiuti immediati, protestando per la lentezza con cui arrivano.

Medici Senza Frontiere avverte che è elevato il rischio epidemie, specie per i 3,5 milioni di bambini sfollati, anche perché in molti luoghi manca l’acqua potabile. Maurizio Giuliano, responsabile Onu per il Coordinamento degli Affari Umanitari parla di almeno 6 milioni di persone che mancano di acqua e cibo e teme che possa esserci “una seconda ondata di decessi” se gli aiuti non arriveranno al più presto. Ieri l’Onu ha riportato il primo caso di colera.

Un portavoce di Care International ha osservato che l’Onu, per ottenere maggiori donazioni, deve anche convincere i donatori che gli aiuti “non finiranno nella mani dei talebani”, che in molte zone portano a loro volta aiuti materiali alla popolazione. Il ministro pakistano degli Esteri Shah Mehmood Qureshi ha ammonito sul pericolo che gli estremisti islamici possano approfittare del bisogno della popolazione presentandosi come punto di riferimento alternativo a un governo poco presente.

Intanto proseguono le piogge e il fiume Indo continua a ingrossarsi e a straripare, minacciando altri villaggi.

L’Alto Commissario per la Gran Bretagna Wajid Shamsul Hasan ha stimato che per la ricostruzione del Paese occorreranno più di 5 anni e non meno di 15 miliardi, perché acqua e fango hanno distrutto strade, ponti, comunicazioni, hanno spazzato o danneggiato almeno 900mila case nonché edifici quali scuole e ospedali, hanno distrutto le coltivazioni necessarie per il consumo interno per un danno di almeno 1 miliardo di dollari secondo la Bm. Nella provincia di Sindh sono state distrutte il 90% delle coltivazioni. Saranno necessari aiuti per tutto, anche per ripristinare le coltivazioni, quando infine l’acqua si ritirerà.

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