18/03/2008, 00.00
CINA
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Iniziato il processo contro Hu Jia, diplomatici cacciati dal tribunale

L’attivista, noto per la sua lotta contro la diffusione dell’Aids in Cina, rischia fino a cinque anni di carcere per sovversione contro lo Stato. La moglie e persino la figlia di quattro mesi sono ai domiciliari. Per il primo ministro Wen Jiabao “ogni caso viene trattato nel rispetto della legge”.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – E’ iniziato a porte chiuse il processo contro Hu Jia, noto attivista cinese che da anni lotta contro la diffusione dell’Aids nel Paese. Alcuni diplomatici occidentali, che cercavano di entrare nell’aula per seguire il procedimento, sono stati allontanati. Accusato di “sovversione contro lo Stato ed il sistema socialista”, Hu (che ha sempre cercato di tenere unita la dissidenza nazionale) rischia cinque anni di carcere. La moglie è agli arresti domiciliari insieme alla figlia di 4 mesi, e non ha avuto il permesso di partecipare all’udienza.
 
L’ultimo arresto di Hu, che ha vissuto gli ultimi due anni confinato in casa, è avvenuto il 27 dicembre scorso: più di 30 agenti armati hanno fatto irruzione nella sua casa alla periferia di Pechino e lo hanno trascinato via. La moglie, Zeng Jinan, viene ora guardata a vista da 10 poliziotti che la seguono persino quando passeggia con la figlia nel giardino di casa. Alcuni amici della coppia hanno lanciato un appello contro la detenzione della bambina, che rischia malformazioni dati i suoi problemi di nutrizione.
 
Li Fangping, avvocato dell’attivista, spiega: “Le accuse nascono dagli articoli contro il regime cinese che Hu ha scritto e pubblicato su internet. Oltre a questo, non ha mai fatto nulla di sbagliato”. Tuttavia, secondo l’art. 105 del codice penale cinese, inviare sulla rete “informazioni sensibili” sulla Cina può essere considerato reato.
 
Alcuni giornalisti hanno chiesto al primo ministro Wen Jiabao un commento sul processo contro Hu Jia nel corso della conferenza stampa che ha chiuso i lavori del Parlamento cinese. Secondo il premier, “chi critica la Cina sostiene che stiamo arrestando i dissidenti in vista delle Olimpiadi. Credo che queste accuse siano infondate: i casi in esame saranno tutti trattati nel pieno rispetto della legge”.
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