27/04/2009, 00.00
ASIA
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Influenza suina: l’Asia si mobilita contro il rischio di una pandemia

Casi sospetti in Israele e a Hong Kong. Severi controlli negli aeroporti internazionali con strumenti che misurano la temperatura corporea. Vietata l’importazione di maiali americani in Cina, Russia e altri Paesi. Esperti: se l’influenza suina arriva nelle zone popolate di India e Cina, sarebbe difficile contenerla.

Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – Cina e Russia vietano l’importazione di carne di maiale e animali vivi da Messico e dagli Usa per evitare il contagio dell’influenza suina, pericolosa per l’uomo. Severe misure di quarantena in tutta l’Asia su carne di maiale e negli aeroporti. Sospetti di contagio in Israele e a Hong Kong.

Pechino ha ordinato che tutti i carichi di maiale provenienti da Messico, Texas, Kansas e California a partire dal 26 aprile siano respinti o distrutti. Quelli partiti prima saranno controllati con attenzione. La Cina, primo consumatore mondiale di maiale, nel 2008 ha comprato dagli Usa oltre un milione di tonnellate di carne suina. Mosca ha bandito il maiale di Messico, molti Paesi del Centro America e vari Stati degli Usa.

Molti Paesi dell’Asia hanno subito adottato quarantena e misure di emergenza già applicate durante le epidemie di Sars e influenza aviaria. Negli aeroporti internazionali di Giappone, Thailandia e a Hong Kong sono state installate videocamere a infrarossi che misurano la temperatura corporea dei passeggeri, per individuare eventuali malati di influenza (nella foto: le videocamere dell’aeroporto di Hong Kong), mentre a Singapore e in Indonesia sono usati scanner per il controllo della temperatura. Stretta sorveglianza negli aeroporti di Filippine, Malaysia, Vietnam e Corea del Sud, in Russia è posto in quarantena chiunque abbia la febbre e provenga dal Nord America.

La parola d’ordine è: prevenzione. In Thailandia sono stati allestiti 14 centri medici capaci di gestire un’epidemia e di controllare in 4 ore ogni caso sospetto, mentre altre 6 unità mobili possono raggiungere anche zone remote.

Tutta l’Asia peraltro assicura che non ci sono contagi. Solo in Israele un giovane di 25 anni è stato ricoverato ieri in quarantena, dopo essere tornato dal Messico con sintomi di influenza. Entro oggi saranno resi noti i risultati degli esami. A Hong Kong è stata ricoverata una donna di 27 anni proveniente da San Francisco, anche se le autorità sanitarie ricordano che non risultano contagi in tale città.

In Messico il virus ha già ucciso oltre 100 persone e ci sono più di 1.600 contagi sospetti. Decine di casi sono stati confermati negli Stati Uniti e in Canada. Sospetti contagi sono segnalati in Europa e in Nuova Zelanda. L’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato “un’emergenza sanitaria pubblica di pericolo internazionale” e ammonito per il rischio di una pandemia, specie in Paesi poveri come Laos, Cambogia e Myanmar, privi di adeguati servizi sanitari.

Il grosso rischio del virus dell’influenza suina, o H1N1, è la sua diretta trasmissibilità da uomo a uomo, come precisa Malik Peiris, virologo professore all’Università di Hong Kong.

Guan Yi, pure professore all’università di Hong Kong che ha già combattuto Sars e influenza aviaria, avverte che questo “darebbe grandi problemi, se il virus arriva in Cina o India, dove la popolazione è molto densa e non ci sono abbastanza infrastrutture” sanitarie.

Al punto che il microbiologo Yuen Kwok-yung ritiene che un’epidemia in Asia o in Europa sarebbe “incontrollabile”.

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