21/01/2015, 00.00
INDIA
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India: una maxi legge anti-conversione per "salvare" gli indù

di Nirmala Carvalho
Lo propone il leader del Vishwa Hindu Parishad (Vhp), gruppo ultranazionalista e radicale. Negli ultimi tre giorni, più di 100 cristiani sono stati coinvolti nelle "riconversioni" all'induismo. Global Council of Indian Christians: "Grave violazione della libertà di scelta e coscienza di una persona".

Mumbai (AsiaNews) - Portare avanti le "riconversioni" all'induismo (ghar wapsi) e promuovere una legge anti-conversione su scala nazionale. Le proposte arrivano da Praveen Togadia, presidente del Vishwa Hindu Parishad (Vhp), gruppo ultranazionalista indù noto in India per perpetrare attacchi contro le comunità di minoranza. "Non vogliamo - ha sottolineato il leader estremista - una situazione in cui gli indù, che ora sono l'82% della popolazione, diventino un misero 22% nel nostro Paese".

Togadia ha parlato il 18 gennaio scorso a Lucknow (Uttar Pradesh), durante un evento della Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss), gruppo paramilitare indù con cui condivide l'ideologia nazionalista. Nello stesso giorno in Kerala, membri locali del Vhp hanno celebrato due cerimonie di ghar wapsi, i "ritorni a casa", come i fondamentalisti chiamano queste riconversioni all'induismo.

La prima si è svolta in villaggio del distretto di Idduki e ha coinvolto un centinaio di cristiani pentecostali. La seconda è avvenuta nel distretto di Alappuzha e ha riguardato 27 persone.

Ad AsiaNews Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), definisce le affermazioni di Togadia in merito alle conversioni "delle accuse senza fondamento, che hanno il solo scopo di seminare disarmonia e discordia sociale". In effetti, nota il leader cristiano, "l'ultimo censimento governativo rivela un declino della popolazione cristiania in India. Dal 2,60% del 1971, si è passati al 2,44% nel 1981, al 2,34% nel 1991, al 2,30% nel 2001".

A partire dalla seconda metà del 2014, gruppi radicali indù come il Vhp e la Rss hanno organizzato varie cerimonie di ghar wapsi, coinvolgendo soprattutto comunità cristiane e musulmani povere. In molti casi, i "riconvertiti" hanno raccontato di essere stati indotti ad accettare tramite offerte in denaro. Per Sajan George, queste cerimonie "sono una grave violazione della libertà di scelta e coscienza di una persona. Vanno fermate usando le necessarie sanzioni previste dalla legge. Questi elementi si sentono incoraggiati dal silenzio delle autorità".

Secondo p. Errol Fernandes sj, gesuita ed esperto di Sacre Scritture, "sembra esserci un aumento del fondamentalismo e di altre forme di dominazione in tutto il mondo, e anche nel nostro Paese. Dove ci porterà tutto questo? La violenza è spesso il risultato della paura, e solo i codardi e i prepotenti reagiscono alle situazioni con violenza e distruzione. Nel comportarsi così, essi non capiscono che stanno danneggiando se stessi".

Anche la richiesta di una legge anti-conversione su scala nazionale preoccupa le comunità di minoranza. In India la libertà di culto e la laicità della nazione sono sancite dalla Costituzione, ma in alcuni Stati sono in vigore i Freedom of Religion Act. In teoria i provvedimenti dovrebbero vietare le conversioni forzate. Di sono usati per discriminare e perseguitare chi decide di abbracciare religioni diverse dall'induismo. 

 

 

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