27/06/2005, 00.00
INDIA
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India, estremisti indù attaccano raduno cristiano

di Nirmala Carvalho

Jodhpur (AsiaNews) – Un gruppo di fondamentalisti indù ha attaccato un raduno cristiano sabato 25 nel palazzo di Parameshwari a Jodhpur, un distretto del Rajasthan (Stato nord-occidentale dell'India). All'interno del palazzo si trovavano più di 60 persone, riunite sotto la guida del pastore Paul Matthew per "cercare pace e spiritualità".

Krishna Yadav, uno dei partecipanti, ha detto ad AsiaNews: "Io sono venuto qui da un villaggio vicino per cercare un po' di pace e per cercare un modo per vivere più felicemente". L'uomo sottolinea che "non vi era alcuna conversione in corso" e che lui è cristiano da "quando, tanto tempo fa, mio padre si è convertito al cristianesimo". "Io ho pagato – aggiunge – 150 rupie (circa 2,80 euro) per partecipare all'incontro".

Gli attivisti che hanno attaccato l'incontro - più di 60 - appartengono in maggioranza al Vishwa Hindu Parishad (Vhp) ed al Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss), formazioni paramilitari di estremisti indù: hanno riempito la sala in cui si stava svolgendo l'incontro ed hanno cacciato con la forza tutti i partecipanti. Secondo la polizia locale una persona è rimasta ferita in modo grave. Ravi Meharda, sovrintendente della pubblica sicurezza del distretto di Jodhpur, dichiara: "Stiamo investigando sulla questione. Non possiamo dire altro".

Mons. Ignatius Menezes, vescovo della diocesi di Ajemr-Jodhpur, dice ad AsiaNews: "Sono molti anni che viviamo con questi fanatici. Il governo, guidato dal Bharatiya Janata Party (Bjp, partito sostenitore di una visione fondamentalista dell'induismo ndr], non ha alcun controllo su di loro e, in maniera indiretta, li supporta. Il Vhp, l'Rss ed altri gruppi simili sono ormai una forza a sé stante".

Il prelato spiega che questi gruppi "hanno ormai raggiunto un alto grado di popolarità proprio grazie a questi attacchi contro i cristiani, perché si pongono come paladini della purezza indù, difensori della cultura e delle tradizioni indiane". "Anche se gli incontri non sono conversioni – continua - ogni volta questi gruppi hanno e creano nella gente dei sospetti. In questo Stato, la questione delle conversioni è una materia delicata, molto sentita, ma nessuno li ha mai nominati tutori della legge".

Sull'attacco di Jodhpur mons. Menezes dice: "In questo caso si è trattato di un incontro pentecostale, guidato da pastori. In alcuni casi questa gente organizza anche delle lezioni bibliche. Comunque sia, non fanno male a nessuno, non minacciano la stabilità di alcun gruppo, meno che mai quella della maggioranza indù. In maggior parte, questi incontri sono seguiti da tribali e adivasi o comunque dalle classi emarginate dagli indù".

Mons. Menezes conclude parlando del decreto Anti-conversione, una proposta di legge che vieta le conversioni non volte all'induismo: "Questa legge è solo propaganda governativa. Ho scritto al primo ministro ed al governatore perché facciano qualcosa ora che il decreto non è ancora in vigore".
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