In Cina, “numero record di trapianti” senza gli organi dei condannati a morte (forse)
Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – Per il 2015 la Cina prevede un “numero record” di trapianti, nonostante il bando sul prelievo di organi dai condannati a morte. Lo ha detto il dott. Huang Jiefu, già viceministro della salute in Cina. In visita ad Hong Kong per raccogliere finanziamenti per una fondazione medica, egli ha affermato che “questo anno ci aspettiamo un numero record di trapianti, più di 12mila”.
Huang Jiefu ha dichiarato con candore che “in passato, quando gli organi provenivano da prigionieri condannati a morte, avevamo al massimo 10mila trapianti l’anno”. Egli ha aggiunto che alcuni media avevano predetto un calo dei trapianti dopo il bando sull’uso di organi dai condannati a morte, messo in atto dal 1° gennaio di quest’anno. Invece, si è ormai arrivati a un “numero record” di operazioni.
Huang Jiefu non è però sicuro che i condannati a morte non siano ancora utilizzati nella catena chirurgica. “Per quanto ne so – ha detto - nessun dottore usa organi da condannati a morte e chiunque facesse questo sarebbe condannato… Ma la Cina è un Paese grande. Nessuno può dire con certezza che non vi siano cattivi da quelle parti”.
Dal 2010 la Cina ha lanciato un progetto pilota per le donazioni, unificando in una rete computerizzata i 169 ospedali che possono fare i trapianti di organi, mettendo insieme le domande e le offerte di organi.
Negli ultimi anni di crisi economica, non è raro che persone adulte mettano in vendita loro organi a causa della povertà.
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