23/12/2008, 00.00
CINA
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Il premier Wen invita le ditte a “fermare i licenziamenti”

Viaggio lampo di Wen nella zona economica di Chongqing, per assicurare gli aiuti del governo alle imprese e fermare milioni di licenziamenti. Pechino è molto preoccupata per la crescente disoccupazione, soprattutto di migranti e laureati.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il premier Wen Jiabao sollecita le ditte a “fare quanto possibile” per mantenere l’attuale forza lavoro. In visita alla ditta automobilistica Changan Group, a Chongqing, Wen ha ripetuto che “le società non debbono licenziare con facilità i lavoratori” ma, anzi, “valorizzare di più la professionalità”.

Dopo il calo di esportazioni e vendite a novembre, si prevede che nel settore automobili e in altre manifatture aumenteranno i licenziamenti e Wen il 21 dicembre si è recato per 2 giorni a Chongqing per assicurare che “il governo sostiene con decisione l’industria automobilistica”. Ha ripetuto che “il primo obiettivo del governo per il 2009 è fermare il declino della crescita economica” e mantenere la stabilità sociale.

A Chonging vivono milioni di migranti, il cui lavoro a basso prezzo è stato cardine del boom economico fondato sulle forti esportazioni. Ora sono i primi ad essere cacciati dalle imprese in crisi. L’Accademia cinese delle scienze sociali (Acss) la scorsa settimana ha stimato che la disoccupazione urbana è giunta al 9,4%, il doppio dei dati ufficiali, con almeno 4 milioni di migranti licenziati che sono dovuti tornare nei villaggi d’origine. Il timore è che molti altri siano cacciati quando andranno a casa a metà gennaio per la tradizionale vacanza del Nuovo Anno Lunare. Nel solo Guangdong a ottobre hanno chiuso 8.513 fabbriche, più che nei primi 9 mesi del 2008.

Wen ha incontrato anche gli studenti dell’università di Chongqing (nella foto) e li ha invitati ad essere ottimisti circa il futuro lavoro. Identico incoraggiamento aveva rivolto il 20 dicembre agli studenti dell’Università di Aeronautica e Astronautica di Pechino, assicurando che le principali preoccupazioni del governo sono “i migranti che tornano a casa [perché licenziati] e la situazione occupazionale dei laureati”.

Sempre secondo la Acss, circa un quarto dei 6,1 milioni di laureati previsti nel 2009 avrà difficoltà a trovare lavoro.

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