05/12/2003, 00.00
iraq - vaticano
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Il neo-eletto Patriarca di Baghdad chiede l'aiuto di tutto il mondo cristiano

Città del Vaticano (AsiaNews) - Sua Beatitudine Emmanuel III Delly, neo-eletto Patriarca di Babilonia dei Caldei, i membri del Sinodo dei vescovi caldei e la comunità caldea a Roma, hanno celebrato stamattina la S. Messa all'altare della Cattedra in San Pietro. Delegato da Giovanni Paolo II, presiedeva l'eucaristia Sua Beatitudine Cardinale Ignazio Moussa I Daoud, Prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali. La Messa in rito siriaco è stata celebrata in aramaico, la lingua di Gesù. Nell'omelia il Patriarca caldeo ha ricordato ai presenti, che esattamente cinquant'anni fa, nel mese di dicembre, riceveva l'ordinazione sacerdotale, proprio in san Pietro.

Il cardinale Moussa I Daoud, parlando in lingua araba, ha sottolineato la responsabilità che incombe sulle spalle del neo-eletto Patriarca, in "un paese antico come l'Iraq, che attraversa una grande crisi" e che attende una "ricostruzione spirituale e materiale". Il Cardinale ha esortato il nuovo Patriarca a rafforzare sempre di più il ruolo del Sinodo perché tutti i vescovi "lavorino insieme" . Egli ha anche accennato al  ruolo importante che ricopre la chiesa caldea per tutti i cristiani iracheni e per l'intera società irachena".

Il Patriarca Emmanuel III Delly ha promesso di " non fare nulla da solo, senza aver prima consultato i miei fratelli vescovi caldei". Egli ha anche confessato di conoscere tutte "le difficoltà" che lo aspettano, ma di aver "accettato questo incarico, nobile e difficile, affidandosi al Signore delle Grazie, Gesù Cristo".

Al termine della cerimonia, il Patriarca Delly ha detto ad AsiaNews  che "i cristiani in Iraq, pur avendo tanti bisogni materiali, hanno bisogno anzitutto della preghiera, affinché torni la pace e finisca il caos non solo in Iraq ma in tutto il Medio-Oriente". Parlando dei pericoli che minacciano i cristiani in Iraq, egli ha detto che "non esiste differenza fra un cristiano e un non cristiano. Tutti noi irakeni vogliamo la stabilità nel nostro paese. Una volta che ci saranno stabilità e pace, non vi saranno problemi. Cristiani e musulmani abbiamo vissuto insieme per 1500 anni in amore e fratellanza".

Commentando il valore di questa elezioni, il card. Moussa I Daoud  ha detto ad AsiaNews: " Il Patriarca caldeo è capo della comunità più numerosa in Iraq e per questo egli rappresenta tutti i cristiani [iracheni]. Egli è la voce dei cristiani presso il governo e potrebbe avere un ruolo importantissimo nei colloqui e nel dialogo con le altre comunità religiose". (PB)

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