26/08/2006, 00.00
TURCHIA
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Il miracolo della Casa di Maria ad Efeso, risparmiata dalle fiamme

Un enorme incendio ha distrutto 1200 ettari di bosco, ma le fiamme si sono fermate ad un metro dal santuario. Il racconto di un frate testimone di quello che la gente già definisce un "miracolo".

Ankara (AsiaNews) – La gente grida al miracolo, i religiosi ammettono la "straordinarietà" dell'evento. Un devastante incendio estivo in Turchia ha spazzato via 1200 ettari di bosco fermandosi ad un metro dalla Casa di Maria, vicino Selcuk, santuario a cui si recano pellegrini da tutto il mondo, cristiani e musulmani. La casa di Meryem Ana è anche una probabile tappa del prossimo viaggio di Papa Benedetto XVI in questo paese a fine novembre. Per questo all'inizio una parte della stampa ha avanzato ipotesi di incendio doloso, mentre altri sospettavano un attentato da parte del PKK dei curdi. La notizia è stata poi smentita: si è trattato di un incendio causato probabilmente da gente che stava facendo picnic nel bosco, il caldo, il secco e il vento hanno fatto il resto così come in altre zone costiere.

Domenica 20 agosto, a causa del caldo torrido che investe tutta la Turchia e il forte vento secco, lungo le coste del mar Mediterraneo sono stati segnalati contemporaneamente 23 enormi incendi di boschi, che hanno colpito le zone turistiche più affollate come Bodrum e Antalya e incenerito 1200 ettari di boschi. Anche la zona di Izmir non è stata risparmiata e la "Casa della Madonna" ha rischiato di andare in fiamme. Interamente immersa nel verde è stata raggiunta dal fuoco che si propagava dal fondo della collina, bruciando velocemente ogni cosa.

Ma le fiamme, come di incanto, si sono fermate a solo un metro di distanza da una semplice casa in mattoni. Si tratta di due vani identificati come il soggiorno e la camera da letto della Vergine, che qui avrebbe concluso la sua vita terrena. Attualmente è un santuario, meta di pellegrini sia cristiani che musulmani, provenienti da tutto il mondo. Tutti subito hanno gridato al miracolo e la notizia è stata riportata a caratteri cubitali sulle maggiori testate nazionali.

A confermare la straordinarietà dell'evento è il cappuccino italiano p. Adriano Franchini, residente a Meryem Ana Evi (la Casa di Maria) e superiore della Custodia di Turchia. "Sì, abbiamo passato momenti poco simpatici – racconta - dopo il primo avviso di sgombro mi sono preoccupato di portare l'auto in una posizione di sicurezza per poter scappare, ho cercato gli ospiti che avevamo e poi volevo tornare alla casa per prendere alcune cose, ma non c'è stato niente da fare; non ci si poteva più avvicinare: vedevamo il fumo e  le fiamme alte e vicine. Temevamo che se il vento cambiava direzione saremmo rimasti intrappolati; è incredibile la velocità con la quale si propaga ed avanza il fuoco tra i pini".

"Siamo dovuti scappare in fretta - continua – tra crisi di pianto e disperate ricerche dei propri cari, ma tutti hanno potuto mettersi in salvo. Ritrovatici giù a Selcuk (cittadina ai piedi della collina), le prime notizie che ci arrivavano dagli elicotteri, finalmente giunti, erano veramente brutte: sta bruciando tutto. non si salverà niente! Poi un po' di ottimismo… infine, verso sera la constatazione che l'incendio era stato veramente devastante in una grande area e tutto attorno a Meryem Ana ed alle nostre case, ma il santuario e le case erano intatte!"

Il francescano non parla di miracolo, ma ammette comunque la straordinarietà dell'accaduto. "Anche nella nostra casa il fuoco è arrivato da tre lati fino al muretto di confine; un albero bruciato è caduto sopra il tetto ma le fiamme non hanno attecchito all'abitazione; anche la palma che è ad un metro dalla casa è bruciata per le scintille! L'incendio, attorno al santuario, è arrivato fino alle panche, dove si celebra la messa all'aperto e lì si è fermato. La gente che vede la devastazione tutto attorno parla di miracolo. Certo è una scena che ha dell'incredibile".

Nessuno dei numerosi pellegrini presenti ha riportato ferite e l'incidente non ha fermato il flusso dei turisti e fedeli, che attualmente arrivano ancora più numerosi per constatare il disastro e ammirare il miracolo. (MZ)

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