13/02/2019, 11.22
CINA
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Il film di Zhang Yimou sulla Rivoluzione culturale cancellato (da Pechino) al Festival di Berlino

di Wang Zhicheng

Ufficialmente, per il ritiro, vi sono “ragioni tecniche incontrate dopo la produzione”. Il governo ha incrementato il controllo e la censura su tutti i media. Il Dipartimento della propaganda vieta ogni critica alla storia del Partito.

Pechino (AsiaNews) – Il nuovo film del regista Zhang Yimou, ambientato nel periodo della Rivoluzione culturale (1966-1976), è stato ritirato dal Festival di Berlino. I produttori del film hanno annunciato due giorni fa che la pellicola non sarebbe stata proiettata durante il Festival che comincia domani.

I motivi ufficiali sembrano essere “ragioni tecniche incontrate dopo la produzione”, ma milioni di cinesi sospettano che dietro il ritiro vi sia il veto della censura del governo.

Il periodo della Rivoluzione culturale è stato un decennio di applicazione dell’ideologia comunista più radicale, sfociata in una guerra civile fra le Guardie rosse – giovani manipolati da Mao Zedong e la “banda dei Quattro” – e l’esercito, terminata solo con la morte del “Grande Timoniere”.

Oltre a persecuzioni delle persone religiose e dei critici di Mao, durante quel periodo gli universitari, professori e intellettuali sono stati trasferiti a forza nelle campagne a “imparare dal proletariato contadino” e molti anche ai lavori forzati.

Al tempo Zhang Yimou ha subito anche lui questo destino. Il suo film “Un secondo” racconta di un uomo che fugge da una fattoria-prigione. Zhang ha detto che la sua opera vuole essere un tributo alle persone che hanno sofferto in quel periodo, che i cinesi definiscono “il tempo del grande caos”.

In passato, un altro film di Zhang, “Vivere”, ha subito la censura ed è stato proibito in Cina. Nel 2008 egli è stato scelto come regista per le cerimonie delle Olimpiadi di Pechino.

La cancellazione di questo film mostra l’incremento del controllo e della censura su tutti i media che il governo sta conducendo. Fino a qualche anno fa, anche il governo ammetteva gli “errori” commessi durante la Rivoluzione culturale, in cui sono stati uccisi fra i 500mila e i 2 milioni di individui. Ma dall’anno scorso, il Dipartimento di propaganda del Partito non ammette nessuna critica alla storia del Partito comunista cinese.

Altri film che parlavano della Rivoluzione culturale hanno subito la stessa sorte di quello di Zhang Yimou.

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