Il cugino di Xi Jinping fra casinò e riciclaggio di denaro sporco
L’inchiesta di una trasmissione tv e di due giornali mostrano i legami fra la Crown Resorts, specializzata in casinò e giochi d’azzardo, e membri del parlamento australiano e poliziotti per facilitare viaggi di ricchi cinesi a Melbourne e a Perth. L’inchiesta è durata sei mesi. I viaggi in Australia erano organizzati da Shanghai.
Sydney (AsiaNews/Agenzie) - Il cugino del presidente cinese Xi Jinping (v. foto) e altre personalità del Partito comunista cinese sarebbero coinvolti in uno scandalo che coinvolge la compagnia Crown Resorts, specializzata in casinò e giochi d’azzardo, insieme a membri del parlamento australiano e poliziotti.
Un’inchiesta durata sei mesi ad opera della trasmissione “60 Minutes” e dei giornali “The Age” e “The Sydney Morning Herald” ha portato alla raccolta di decine di migliaia di documenti che mostrano i legami fra la Crown, organizzazioni criminali e figure del Partito comunista cinese. L’inchiesta ha rivelato che il cugino di Xi Jinping, Ming Chai, era fra i passeggeri di un jet privato di lusso, messo a disposizione del casinò, che sarebbe stato ispezionato dagli agenti federali australiani per sospetto di riciclaggio di denaro sporco.
Le perquisizioni della polizia hanno scoperto che alcuni membri delle forze dell'ordine dello Stato di Victoria erano pagati da membri del Partito comunista cinese per garantire la sicurezza ai passeggeri dei lussuosi jet. I viaggi erano organizzati dalla Crown Resorts per portare ricchi cinesi a Melbourne e Perth, per giocare d’azzardo e riciclare denaro. La Crown aveva anche un ufficio a Shanghai, da dove partivano i viaggi.
Jenny Jiang, ex amministratrice della Crown a Shanghai, ha rivelato che la compagnia aveva la possibilità di facilitare l’ottenimento del visto per I Vip cinesi da parte del Consolato australiano a Shanghai.
L’inchiesta mostra che vi era una speciale “linea di emergenza” fra la Crown e membri dello staff del Consolato per ricevere in fretta i visti per i ricchi clienti dei casinò.
In un’intervista diffusa la sera del 28 luglio scorso su “60 Minutes”, un commissario delle forze di frontiera, ora licenziato, Roman Quaedvlieg ha dichiarato che egli è stato incoraggiato da diversi membri del parlamento australiano, compresi due ministri, ad aiutare la Crown a trovare un “fast track” (percorso veloce) per far arrivare i cinesi ricchi in Australia.
Un portavoce del ministero australiano degli interni ha negato che ci fossero condizioni speciali per l’ottenimento dei visti da parte della Crown e che tutte le richieste venivano trattate allo stesso modo.