18/02/2004, 00.00
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Il corpo di Mao trasloca da piazza Tiananmen?

Pechino (AsiaNews) – Il corpo di imbalsamato di Mao Zedong dovrebbe essere rispedito alla sua terra natale, lasciando libera la piazza Tiananmen: è la proposta fatta da alcuni intellettuali cinesi. Yu Jie, 30 anni e altri 5 intellettuali hanno scritto una proposta pubblicata su internet e sul giornale Kai Fang di Hong Kong, in cui chiedono alle autorità che la macabra esposizione del corpo del defunto finisca entro le Olimpiadi del 2008. Secondo gli intellettuali la salma di Mao dovrebbe essere seppellita nel suo villaggio natale di Shaoshan (Hunan).

Yu Jie giustifica questa proposta con la fedeltà alla cultura cinese. Il fatto che il corpo ritorni alla terra e divenga polvere "è conforme alla tradizione cinese". "È tempo che questo feticismo finisca", essi dicono,  per rendere "Pechino una città civile, degna di ospitare le Olimpiadi". Gli scrittori affermano di non essere mossi da sentimenti di vendetta, anche se giudicano l'era di Mao un'era sanguinaria. Essi affermano che "adorare una salma" è "un modello di società schiavistica".

Secondo Yu Jie il regime comunista cinese fondato nel '49 è divenuto a poco a poco "una dittatura personale di Mao Zedong". Una volta divenuto leader supremo, ha usato il suo potere "fallendo la ricostruzione economica" e "conducendo campagne politiche di soppressione in larga scala dentro e fuori il partito", fino a lanciare la Rivoluzione Culturale, conosciuta come "i 10 anni di grande caos".

Secondo gli autori "l'amarezza e l'odio generati negli anni di Mao richiedono un processo di riconciliazione". Il primo passo è allontanare il grande quadro di Mao dalla Porta di Tiananmen che dà sul palazzo Imperiale e poi trasportare la salma a Shaoshan.

Va detto che Mao voleva essere cremato e che alla sua morte il partito dovette nottetempo decidere il da farsi. Ispirati da quanto successo in Russia e in Vietnam (come Lenin e con Ho Chi Minh), anche a Pechino si decise di imbalsamare con iniezioni di formaldeide il corpo del defunto. Subito dopo venne costruito il mausoleo – simile a quello di Lenin e di Ho Chi Minh – che si trova sul lato centro-occidentale della piazza Tiananmen. Secondo molti, la costruzione distrugge il feng shui, l'equilibrio e l'armonia della piazza, considerata "l'asse ideale della Cina e della terra", ma finora nessuno aveva chiesto di rimuoverlo.

Al contrario, lo scorso dicembre, anniversario della nascita di Mao, il governo ha programmato molti eventi per celebrare la ricorrenza. Vero è che ora si preferisce presentare Mao Zedong non come politico, ma come "padre della patria" verso il quale occorre esprimere la pietà filiale confuciana. La cosa suona ironica se si pensa che Mao spingeva le Guardie Rosse a tradire e ribellarsi al padre e alla madre.

Deng Xiaoping, che ha varato le riforme economiche e di mercato, disse che "Mao aveva sbagliato al 30%", ma non ha mai osato far alzare il velo agli storici per studiare gli inizi della Repubblica Popolare Cinese e le guerre intestine del Partito. Ancora adesso si riconosce che il Grande Balzo in Avanti è costata la vita ad almeno 43 milioni di persone, ma si preferisce ancora osannare colui che ha fatto "levare in piedi" la Cina. Ultimamente, il grande abisso creatosi fra ricchi e poveri, spinge i poveri a guardare a Mao come il dio giustiziere contro la società cinese dei consumi; le sue immagini sono venerate, indossate come portafortuna, appese in auto per proteggersi dagli incidenti.

Dopo la proposta di levare Mao da Tiananmen, l'indirizzo e-mail di Yu Jie è stato invaso da messaggi critici e violenti, ma le autorità non hanno fatto alcun passo. Commentando la cosa, Yu Jie ha detto: "Sono solo uno scrittore, una personalità critica; non sono un politico attivista". Intanto la sfida è passata su internet. Un sito cinese ha aperto "la visita virtuale al Mausoleo di Mao", che in pochi giorni ha avuto 6 milioni di visitatori. Il South China Morning Post di Hong Kong ha aperto invece un'inchiesta: "Volete che il corpo di Mao rimanga esposto in piazza Tiananmen?". Le risposte – al 18 di febbraio -  sono: sì (22,3%); no (76,3%); non so (1,4%).

 

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