Il Parlamento europeo chiede al Myanmar di porre fine alla “brutale repressione” dei Rohingya
Una risoluzione approvata ieri afferma che il Myanmar deve "come questione urgente garantire accesso libero e senza ostacoli" ai gruppi delle Nazioni Unite per i diritti umani nello Stato Rakhine e deve "condannare in modo inequivocabile ogni incitamento all'odio razziale o religioso”.
Strasburgo (AsiaNews/Agenzie) – Il Parlamento europeo chiede al Myanmar di porre fine alla “brutale repressione” e alla “sistematica persecuzione” della minoranza Rohingya. In una risoluzione approvata ieri, infatti, il Parlamento europeo ha espresso “profonda preoccupazione” per il gruppo che, afferma il documento, è “una delle minoranze più perseguitate al mondo”.
Il Parlamento europeo ha affermato che il Myanmar deve "come questione urgente garantire accesso libero e senza ostacoli" ai gruppi delle Nazioni Unite per i diritti umani nello Stato Rakhine, dove circa 120mila Rohingya vivono in più di 80 campi per profughi interni. Il Myanmar, poi, deve "condannare in modo inequivocabile ogni incitamento all'odio razziale o religioso e attuare misure specifiche e politiche per prevenire la discriminazione diretta e indiretta nei confronti dei Rohingya", musulmani, non considerati cittadini birmani e non sono accettati dai Paesi vicini.
Nel maggio scorso, la leader birmana Aung San Suu Kyi aveva sostenuto che il nuovo governo era determinato ad affrontare la questione e aveva invitato a smettere di usare il termine “Rohingya”, caro ai nazionalisti buddisti, che è causa di tensioni.
Un recente rapporto delle Nazioni Unite ha espresso preoccupazione per i Rohingya, citando la negazione della cittadinanza, il lavoro forzato e la violenza sessuale. L'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha anche avvertito che i Rohingya possono essere considerati vittime di crimini contro l'umanità.