23/10/2020, 10.38
LIBANO
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Il Libano si affida all’Hariri IV per salvare una nazione alla deriva

L’ex Primo Ministro, dimissionario nell’ottobre 2019 per le proteste di piazza, ha ricevuto il mandato da Aoun. Egli assicura la formazione di un esecutivo “di esperti non allineati” sul piano politico “il prima possibile”. Ma i tempi della politica libanese non inducono all’ottimismo. Hezbollah per ora si sfila, mentre Amal sostiene la scelta.

Beirut (AsiaNews/Agenzie) - In piena emergenza economica, sanitaria e istituzionale il Libano si affida all’Hariri IV per cercare di superare le difficoltà e restituire unità e coesione a una nazione alla deriva. Ieri, infatti, i partiti politici hanno affidato al tre volte Primo Ministro Saad Hariri il compito di formare il nuovo governo a circa un anno dalle dimissioni, in seguito alle imponenti proteste di piazza contro una classe dirigente ritenuta corrotta e un debito pubblico alle stelle.

La crisi istituzionale attraversata nell’ultimo anno è solo dei molti elementi di difficoltà che riguardano politica, economia e le stesse istituzioni. Una situazione precaria, cui il Covid-19 e la doppia esplosione al porto di Beirut hanno dato il colpo di grazia, spingendo il 55% della popolazione sotto la soglia di povertà in un contesto di emergenza continua, con un aumento dei suicidi e una corsa all’acquisto dei pochi farmaci. 

Dalle dimissioni di Hariri, nell’ottobre scorso, si sono succeduti due diversi premier incapaci di garantire stabilità a una nazione dilaniata da interessi e fazioni in contrasto fra loro. Il successore di Hariri, Hassan Diab, si è dovuto dimettere in seguito all’incidente al porto, per molti causato da una generale incapacità e negligenza dell’esecutivo. Il Primo Ministro incaricato Mustapha Adib ha dovuto rimettere l’incarico nelle mani del presidente Michel Aoun, dopo una lunga e infruttuosa trattativa con i vari partiti per la formazione del nuovo governo. 

Divisioni e interessi personali sono fra le cause che hanno determinato la crisi e sono state più volte al centro degli interventi del patriarca maronita, il card Beshara Raï, il quale ha più volte auspicato la formazione di un esecutivo di “rottura”, formato da personalità indipendenti e competenti. Prese di posizione che gli sono valse uno scontro durissimo, tuttora aperto, con i due principali movimenti sciiti che rivendicano la titolarità del ministero delle Finanze

Il 50enne Saad Hariri è chiamato a formare un governo indipendente e competente, in linea con le condizioni imposte dal presidente francese Emmanuel Macron per garantire un sostegno politico e finanziario al Paese da parte della comunità internazionale. Il premier incaricato ha assicurato di voler formare “una squadra di esperti non allineati politicamente” con la “missione” di promuovere le “riforme sul piano economico, finanziario e amministrativo previste nella road-map” di Parigi. “Lavorerò - ha aggiunto - per dar vita a una squadra il prima possibile, perché il tempo scorre” e questa è “l’ultima possibilità”. 

Tuttavia, i riti della politica libanese e gli incerti equilibri etnici e confessionali sui quali si basa la nazione rendono difficile una soluzione a breve della questione. Difatti, la formazione della squadra di governo è spesso un processo lungo e lo stesso Hariri ha impiegato otto mesi per mettere a punto il suo ultimo esecutivo dopo le elezioni parlamentari del 2018, in un contesto meno difficoltoso di quello attuale. La sua nomina è stata sostenuta da una maggioranza di 65 parlamentari, mentre 53 si sono astenuti durante il giro di consultazioni presidenziali. Il potente blocco parlamentare sciita filo-iraniano legato a Hezbollah non ha indicato alcuna candidatura, mentre il suo principale alleato, il movimento Amal, ha caldeggiato la scelta di Hariri.

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