18/06/2007, 00.00
AFGHANISTAN
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I gesuiti aprono una scuola ad Herat, con il plauso del governo

All’inaugurazione della Herat Technical School presente anche il ministro dell’Educazione, che invita i gesuiti a contribuire allo sviluppo dell’istruzione in Afghanistan. Tra gli studenti, anche numerose ragazze. Padre Moretti, responsabile missino sui iuris, ricorda gli altri protagonisti dell’operatività umanitaria cattolica nel Paese.

Kabul (AsiaNews) – Il Jesuit Refugee Service (JRS) ha inaugurato una scuola tecnica ad Herat, che ha subito riscosso grande approvazione e lodi da parte della autorità locali. Lo stesso ministro dell’Educazione, Mohmmad Hanif Atmar, presente alla cerimonia di apertura la settimana scorsa, si è detto certo che “con l’aiuto del JRS l’Afghanistan potrà raggiungere alti livelli nel campo dell’istruzione”. Il responsabile della missio sui juris nel Paese, p. Giuseppe Moretti, da Kabul commenta così la “bella” notizia: “La stima che i gesuiti godono nel campo dell'educazione varca anche i confini afghani e fa indubbiamente piacere che le autorità locali ne prendano atto e ne auspichino l'incremento”. Poche settimane fa, inoltre, il JRS ha aperto anche una seconda missione a Bamyan.

Per la costruzione della Herat Technical School, il JRS ha speso 145.355 dollari, per lo più pervenuti tramite “donazioni dai gesuiti di tutto il mondo, come pure da amici e benefattori in Germania, Svizzera e Austria”, riferisce p. Noel, sj. Il sacerdote, di origine indiana, è stato uno dei pionieri della Ong in Afghanistan; insieme a p. A. Santiagio, sj, sono stati in prima linea nel progetto della scuola. “Abbiamo iniziato sostenendo l’istituto con lezioni principalmente di elettronica, quando aveva solo 67 studenti divisi in 10 classi”, racconta p. Noel. “Il governo aveva altri piani - continua - ed oggi vi sono oltre 490 alunni, comprese 120  ragazze, e le lezioni sono incentrate soprattutto sui soggetti come elettronica/elettricità e architettura”. Il ministro ha proposto ai gesuiti di sviluppare questa scuola in un istituto autonomo, dove gli studenti, al termine del corso di studi, possano iscriversi ad un biennio, che li orienti al mondo del lavoro.

P. Moretti, anche parroco dell’unica chiesa in Afghanistan, tiene a sottolineare come “ogni presenza della operatività umanitaria cattolica è un seme: questo vale non solo per i gesuiti, ma in primis per le Piccole Sorelle di Gesù, le Suore di Madre Teresa, le Suore Missionarie Francescane di Maria e le Suore Missionarie Domenicane di Santa Caterina della ‘Associazione pro bambini di Kabul’ che hanno aperto il primo centro di assistenza  per bambini disabili mentali in Afghanistan”. Secondo il sacerdote barnabita “è indubbio che il Signore in questi ultimi anni dimostra ininterrottamente la Sua presenza e la Sua benedizione per questa sperduta missio sui juris”.

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