15/03/2011, 00.00
NEPAL - GIAPPONE
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I cattolici del Nepal pregano per le vittime dello Tsunami

di Kalpit Parajuli
Finora circa 30 migranti nepalesi, in Giappone per lavoro, risultano dispersi. Alla messa nella cattedrale di Kathmandu hanno partecipato i genitori dei cattolici dispersi e alcuni cristiani giapponesi residenti in Nepal. Il governo invia a Sendai membri delle forze speciali e beni di prima necessità, per aiutare le squadre di soccorso.
Kathmandu (AsiaNews) – I cattolici del Nepal pregano per le vittime dello tsunami e per i circa 30 migranti nepalesi dispersi nella catastrofe che ha messo in ginocchio il Giappone. La messa è avvenuta lo scorso 13 marzo nella cattedrale dell’Assunzione di Kathmandu. Ad essa hanno partecipato  i genitori dei dispersi e anche i cattolici giapponesi residenti in Nepal per lavoro.  Intanto, il governo ha inviato a Sendai 15 membri delle forze speciali di esercito e polizia, oltre 5mila coperte e beni di prima necessità, per assistere le squadre di soccorso giapponesi. 

Bhusan Ghimire, cattolico e corrispondente da Tokyo per il Nepali Weekly, è rientrato in questi giorni in Nepal. “Ero in un supermercato quando ho sentito due forti scosse di terremoto – racconta ad AsiaNews - Tutto ha iniziato a oscillare e dopo alcuni minuti sono crollati il soffitto e parte dell’edificio. Credevo di morire. Dio mio ha salvato”. Parlando dei nepalesi dispersi, Bhusan sottolinea che “a tutt’oggi è difficile avere notizie sulla loro indentità e sulle loro condizioni”. “Nelle aree più colpite è impossibile comunicare – aggiunge – e secondo i media locali quattro ristoranti gestiti da nepalesi sono stati spazzati dallo tsunami nella prefettura di Miyagi”. 

Risita Lama, 65 anni, da giorni non riesce a prendere contatti con il figlio, disperso insieme alla moglie in una delle prefetture colpite dal sisma."Prego per tutte le persone e i miei cari coinvolti nel devastante terremoto – afferma – le nostre preghiere si aggiungono a quelle di tutti cattolici del mondo ".

Zunichiro Tabei, giapponese, è in Nepal per motivi di lavoro e a tutt’oggi i suoi parenti figurano tra i dispersi del sisma. “Ho chiesto a Dio di vegliare sui miei familiari – afferma – spero di rivederli presto e che il Signore ascolti le mie preghiere e aiuti tutti giapponesi alleviando le loro sofferenze”.    

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