Hong Kong, la metà della popolazione contro la proposta anti-democratica di Pechino
Hong Kong (AsiaNews) - Quasi metà della popolazione di Hong Kong vuole che i deputati democratici votino contro la proposta sulla nuova legge elettorale presentata da Pechino. Con 27 seggi, lo schieramento è infatti in grado di bloccare il decreto e rimandare la questione a nuovi colloqui fra le parti. La proposta della Cina continentale di fatto vieta l'instaurazione di un vero sistema democratico per l'elezione del Capo dell'Esecutivo, prevista per il 2017.
Il sondaggio è stato commissionato dal South China Morning Post: secondo il 39% degli intervistati il governo locale deve approvare il piano, mentre il 13% non sa o ritiene la domanda "difficile". Tuttavia, l'86% sostiene che la campagna di Occupy Central ha "poche o nessuna speranza" di cambiare le cose; soltanto il 5% ritiene che i manifestanti potranno vincere questa battaglia.
Per Benny Tai Yiu-ting, co-fondatore del movimento democratico che chiede al governo centrale cinese di "rispettare i patti" e concedere il suffragio universale al Territorio, questi dati sono comunque positivi. "Mostrano che un numero sempre maggiore di cittadini ritiene inaccettabile il modello elettorale proposto da Pechino".
A sostegno del suffragio universale, ha aggiunto, "continuano le manifestazioni pacifiche di Occupy Central. Forse non potremo cambiare le cose nell'immediato, ma è cruciale continuare a tenere viva la società civile di Hong Kong". Ieri quasi 4mila persone hanno marciato in silenzio, al suono di tamburi, srotolando un lunghissimo manifesto di protesta (composto da nove parti lunghe ciascuna 55 metri) contro le imposizioni del governo comunista.
Chan Kin-man, uno dei leader della protesta, ha spiegato: "Marciamo al suono di un tamburo, che per molti assomiglia a una campana funebre. Non stiamo dicendo che la democrazia è morta: diciamo che l'integrità del nostro governo è morta". Per combattere questa situazione, Occupy si prepara a nuove forme di protesta (tutte pacifiche) definite "un ricco banchetto per la democrazia".
Fra queste proteste spicca quella organizzata dalla Federazione degli studenti, che ha invitato i propri aderenti a boicottare la ripresa delle lezioni prevista per il 22 settembre. A sostegno dei ragazzi si sono schierati più di 520 professori, ricercatori e amministratori delle varie scuole del Territorio. In un comunicato congiunto, i docenti scrivono: "Non è democratico costituire una commissione, nominata, per manipolare e controllare chi può candidarsi. Questa decisione ci fa arrabbiare e ci indigna".